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 2010  giugno 07 Lunedì calendario

LA ”MUTUA DEGLI SCROCCONI”: COS A PARIGI NON SI PAGA PI

Biglietto? Non merci, ci pensa l’assicurazione. Fare la fila al botteghino, comprarsi la tessera mensile, tenere in tasca un carnet da dieci, obliterare, essere in regola col titolo di trasporto è ormai roba d’altri tempi, un’abitudine arcaica e in più political scorrect sugli autobus e il metrò di Parigi. Quelli che la vulgata popolare definiva in passato i ”portoghesi”, i viaggiatori non in regola, gli scrocconi dei mezzi pubblici, cominciano a organizzarsi. Il principio è semplice e ricalca quello delle mutue private o delle assicurazioni sanitarie, soltanto che la cassa non serve a pagare medicine, ricoveri o pensioni, ma le multe di chi viene beccato dal controllore.
Con una quota che va da 5 a 7 euro all’anno, i viaggiatori si garantiscono l’uso gratuito di tutta la rete metropolitana, bus e tram compresi. Il fenomeno, ancora clandestino ma in continua espansione, comincia a preoccupare le aziende dei pubblici trasporti della capitale francese, che fino ad oggi hanno preferito evitare di commentare per non fare troppa pubblicità ai contravventori organizzati. Ma che comunque sottolineano come le frodi dei ”senzabiglietto” costino al sistema già ora ammanchi per 80 milioni di euro l’anno.
Per i resquillers, i viaggiatori a scrocco, invece, l’attività non è illegale ma un semplice fatto di giustizia. «Il nostro obiettivo non è soltanto il rimborso delle multe, ma soprattutto una lotta politica per la gratuità dei trasporti» ha spiegato qualche giorno fa sulle pagine del quotidiano Le Parisien Frédéric, 22 anni, uno dei primi presidenti di una mutua di ”senzabiglietto” a venire allo scoperto. Fino ad oggi, l’organizzazione finanziaria sembra tenere. Con una quota di 5 o 7 euro a membro, si pagano tutte le multe e alla fine dell’anno restano anche dei soldi in cassa.
Per rendere l’organizzazione sempre più ”performante”, i nuovi iscritti ricevono un corso accelerato per essere edotti sui migliori metodi per schivare i controllori o limitare i danni: un paio di stazioni della metro a Parigi sono considerate off limits, è buona norma avere sempre un biglietto in tasca, se intercettati si deve pagare subito per evitare le sovrattasse. «Dopo un po’ di tempo - assicurano i membri più ”anziani” - quasi nessuno si fa più beccare». «Non siamo uno sportello dove la gente viene per pagare meno multe - ha spiegato al Parisien Christophe, un altro iscritto di vecchia data -. Per noi la metro è un universo segregazionista. I cittadini pagano già i trasporti pubblici con le tasse, il biglietto è un’ingiustizia».
Secondo le analisi di questi militanti, «la biglietteria copre circa il 30 per cento del bilancio delle aziende dei trasporti pubblici, il che equivale al costo dei controlli, tra personale, macchine e uffici». «Come la sanità e la scuola - sostengono - anche i trasporti devono essere gratuiti». Al sindacato SUD-Ratp, la più radicale tra le federazioni dei trasporti pubblici - definiscono «queste pratiche interessanti per aprire il dibattito sulla gratuità, ma pericolose perché rendono ancora più fragile il sistema. In fin dei conti, meno biglietti significa anche meno autobus e meno metro, e questo va a scapito di tutti».