Andrea Garibaldi, Corriere della Sera, 7/6/2010; Carmine Festa, La Stampa, 7/6/2010. Aggiornamento con G. Ben., Corriere della Sera 8/6/2010, 7 giugno 2010
IL LICEO NON HA I SOLDI PER LA MATURITA’, «PAGHINO LE FAMIGLIE»
(riassunto + AGGIORNAMENTO) - Soldi che Pietro Gonnella, preside del liceo scientifico Majorana di Putignano, in provincia di Bari, ha chiesto alle famiglie dei 127 studenti che tra pochi giorni faranno gli esami di maturità per pagare i 21 commissari d’esame: 145 euro. Per i commissari di maturità l’indennità di funzione è di 1.200 euro lordi, quella di trasferta tra i 600 e i 2000, secondo il luogo da cui arrivano.
Per pagare la commissione al liceo di Putignano servono 47.500 euro. Dal ministero della Pubblica istruzione ne arriveranno 30mila. Ne mancano 17.500. Secondo la deliberazione del Consiglio d’istituto appena il ministero salderà la differenza tra anticipo e cifra necessaria a pagare i professori a fine esami, le famiglie dovrebbero essere rimborsate. Il prestito, però, potrebbe anche non essere onorato: dal 2004, racconta il preside, il ministero non distribuisce più il saldo degli esami di Stato ma si limita all’anticipo.
Il ministero della Pubblica istruzione ha fatto sapere che «è illegittimo da parte delle scuole chiedere soldi alle famiglie, a qualsiasi titolo» e che «se una scuola ha problemi di bilancio può rivolgersi all’Ufficio scolastico provinciale, che erogherà le somme necessarie». In realtà, da Putignano affermano che lo scorso Natale il direttore dell’Ufficio scolastico provinciale inviò una lettera al ministero per ricordare che le scuole della provincia di Bari e della nuova Provincia Barletta-Andria-Trani vantano un totale di 50 milioni di crediti dall’amministrazione centrale.
Gli studenti del Majorana hanno deciso che faranno il prestito tutte le famiglie, o non lo farà nessuna.
AGGIORNAMENTO:
Dopo aver lanciato la proposta, Gonnella è tornato sui suoi passi: «Era un’idea e tale è rimasta. Quando abbiamo visto he gli studenti non erano d’accordo - ha detto - ci siamo fermati». Non è escluso che a far tornare sui suoi passi il preside abbia contribuito anche la dura reazione del ministero della Pubblica istruzione, che con una nota aveva condannato la richiesta del preside.