Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  giugno 06 Domenica calendario

LA TURCHIA SECONDO LO SCRITTORE AHMET ALTAN


[...] «La strategia del governo turco guarda a Oriente non perché voglia allontanarsi dall’Occidente. Al contrario, Erdogan e i suoi uomini sono stati costretti a irrobustire l’influenza della Turchia nella regione, perché l’Unione Europea li stesse ad ascoltare e dimostrasse più rispetto. La strada della nostra integrazione passa da Est. Non è una politica neo-ottomana. Il Paese sta finalmente aprendosi ai suoi vicini: la Siria, l’Iran, la Grecia, la Russia. Prima era impossibile, ragioni da Guerra Fredda. Adesso ne abbiamo bisogno per far crescere l’economia». [...]
Radikal, il quotidiano di riferimento della sinistra europeista, ha pubblicato qualche settimana fa un commento per rintuzzare la paura della minaccia integralista. «Guardate Eurovision», è lo slogan. Da quando l’Akp è al governo – scrive’ la Turchia ha presentato in concorso gruppi punk e ballerine seminude. «Io sono ateo’ incalza Altan ”. Eppure sostengo che l’avanzata islamica è una leggenda ripetuta dai generali e dai kemalisti per impedire le riforme costituzionali che l’Unione Europea ci chiede. I religiosi sono i miei lettori, è vero. Conservatori per come si vestono o mangiano, aperti al mondo perché favorisce i loro affari. E’ la classe di nuovi ricchi dell’Anatolia». Erdogan e i suoi sostenitori – insiste – non vogliono solo partecipare a Eurovision, vogliono entrare in Europa.