Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  giugno 05 Sabato calendario

LA TV ITALIANA CANCELLA LA CRISI ANCHE SE ORA FA PI PAURA DEL CRIMINE - ROMA

Le grandi paure degli italiani? Disoccupazione e costo della vita. In una parola: la crisi. L´allarme criminalità invece è alle spalle. E la tv? Pare pensarla diversamente: stando ai maggiori tg nazionali l´Italia non è affatto in crisi, anzi se la passa molto meglio di tutti i suoi vicini europei. Una prova? Sul piccolo schermo le notizie sull´emergenza economica sono venti volte in meno di quelle sulla criminalità. Uno strabismo mediatico tutto italiano, unico in Europa.
A fotografare le paure del Vecchio continente è il primo rapporto dell´Osservatorio Europeo sulla Sicurezza: una ricerca di Demos&Pi, Osservatorio di Pavia e Fondazione Unipolis, curata da Ilvo Diamanti. Il sociologo, affiancato da Antonio Nizzoli, ne discuterà oggi al Festival Economia di Trento con Gian Antonio Stella e Alberto Faustini. I risultati? Cambiano le paure: dovunque, in Europa, crescono quelle legate all´economia e alla disoccupazione. Diminuisce invece l´allarme criminalità e immigrazione. Anche in Italia, che da tempo ha archiviato l´ondata di panico dell´autunno 2007. Criminalità e immigrazione, complessivamente, sono considerate uno fra i due problemi più gravi del Paese solo dal 16% degli italiani. L´immigrazione, in particolare, viene percepita quale priorità da poco più del 3% dei cittadini (6 punti in meno rispetto a un anno fa). L´emergenza economica resta dominante e in crescita impetuosa. La disoccupazione e l´aumento dei prezzi, infatti, sono indicati come problemi prioritari da circa il 60% degli italiani (6 punti percentuali in più rispetto a maggio 2009, 13 rispetto a marzo 2009 e, infine, 20 in più del 2008).
E la televisione? Le paure "telecomandate" sono andate dietro a quelle effettivamente percepite. Almeno nel resto d´Europa. Fuori dai confini italiani, infatti, le notizie ansiogene relative alla criminalità hanno lasciato spazio a quelle sulla disoccupazione. Nel primo trimestre di quest´anno (in base all´analisi dell´Osservatorio di Pavia) il maggiore tg pubblico spagnolo (Tve) dedica il 40% delle notizie ansiogene alla crisi economica. Segue il tg della tv pubblica francese (France2) con il 26%, l´inglese (Bbc One) con il 15% e il tedesco (Ard) con l´11%. Unica eccezione, l´Italia.
Per il Tg1 (ma la stessa tendenza si registra col Tg5) la crisi pare non esistere, mentre le notizie di criminalità sono tante e distribuite su quasi tutte le edizioni del telegiornale (dove sono solo 6, nel trimestre, le giornate senza crimini contro le 32 della Bbc, 36 di Tve, 56 di France2 e addirittura 69 di Ard). Nella classifica delle notizie ansiogene è la criminalità dunque ad avere lo spazio maggiore: ben l´82% delle notizie che generano insicurezza è relativo a crimini. Perdere il lavoro e peggiorare le proprie condizioni di vita incide solo sul 4% delle notizie ansiogene e si riferisce a una situazione ben precisa: la chiusura dello stabilimento Fiat di Termini Imerese. In tv, quindi, l´Italia non sembra in crisi. Un divario, quello tra percezione sociale e rappresentazione mediatica, consolidatosi nel tempo, a prescindere dall´avvicendarsi dei diversi direttori alla guida dei tg. «Rispetto al resto d´Europa - sostiene Diamanti - la tv italiana è più funzionale alle esigenze della politica, nel comunicare l´agenda delle paure. Ma è anche vero che preoccupazioni politiche e mediatiche spesso si confondono e si influenzano a vicenda. Se negli ultimi giorni, come è probabile, sono cresciute in tv le notizie sulla crisi, questo - si chiede il sociologo - è dovuto all´emergenza economica in atto o al fatto che il governo deve giustificare una pesante manovra?». Una cosa è certa: «Almeno fino a un paio di mesi fa, la crisi e i problemi del lavoro in Italia sembra che quasi non esistessero e questo spiega la difficoltà psicologica degli italiani ad affrontare, oggi, l´emergenza economica».