quotidiani e siti internet del 5/6/2010, 5 giugno 2010
ISRAELE, AGGIORNAMENTO
La Rachel Corrie, l’ultima nave della Freedom Flotilla, è stata catturata dalla marina israeliana, che l’ha costretta a dirigersi verso il porto israeliano di Ashdod. Tutti i passeggeri stanno bene. A riferirlo su Twitter è stata per prima l’organizzazione pacifista Perdana, comproprietaria della nave. I militari israeliani hanno confermato la notizia solo dopo alcuni minuti, l’annuncio ufficiale è arrivato dalla tv israeliana Canale 2. L’abbordaggio, secondo l’emittente e fonti militari, è stato «pacifico». La nave ora si sta dirigendo verso Ashdod, a sud di Israele.
La nave irlandese, in navigazione verso Gaza, aveva ignorato le richieste della marina israeliana di cambiare rotta e dirigersi verso Ashdod. Le forze israeliane «non avranno altra scelta se non quella di abbordare la nave se continuerà a puntare verso la Striscia di Gaza», aveva fatto sapere il capitano Aryi Shalicar, dell’ufficio stampa delle forza armate israeliane.
All’alba di questa mattina le forze israeliane hanno contattato l’equipaggio del cargo irlandese ma non sono saliti a bordo. Navi israeliane hanno circondato l’imbarcazione di attivisti filo-palestinesi in una zona marittima «tra 30 e 35 miglia al largo di Gaza» e impedito all’equipaggio di «proseguire». Nel frattempo i contatti radio e il radar della nave irlandese sono stati oscurati. Non ci sono stati scontri o tensioni.
A differenza del blitz di lunedì scorso in cui sono morte nove persone, l’intercettazione del cargo umanitario si è svolta senza spargimenti di sangue. Lo dimostra un video diffuso dall’esercito israeliano in cui si vedono i pacifisti che, una volta saliti a bordo i militari israeliani, dialogano con alcun di loro. In serata l’imbarcazione è arrivata nel porto di Ashdod, a qualche decina di chilometri dalla frontiera settentrionale di Gaza.
Ieri durante un comizio il premier turco Erdogan ha definito il governo israeliano «ipocrita, paranoico e bugiardo». Gli israeliani, ha aggiunto prima in inglese, poi in ebraico, hanno dimenticato un importante comandamento, «non uccidere». Il premier ha difeso gli islamici di Hamas che, secondo lui, non sono «terroristi» ma «patrioti che difendono la loro terra dall’oppressore».
CHI C’ A BORDO DELLA RACHEL CORRIE
A bordo della Rachel Corrie, bandiera irlandese, 38 metri e 1.800 tonnellate, noleggiata dal Free Gaza Movement per 70mila euro, viaggiano cinque irlandesi e sei malesi. Un inglese, due cubani e sei filippini formano l’equipaggio. Tra loro anche Fenis Halliday, il vicesegretario Onu che ngli anni Novanta abbandonò la carica in polemica con l’embargo «genocida» inflitto all’Iraq di Saddam. Il cargo trasporta mille tonnellate di materiale fra cui cemento per costruzioni, venti tonnellate di carta, giocattoli, libri e generi alimentari.
VIDEO FARSA SUL BLITZ. GAFFE DI GERUSALEMME
L’ufficio stampa del governo israeliano ha inviato per errore ai giornalisti il link a un video-farsa del blitz contro la «flottiglia della libertà» costato la vita a 9 persone. Il filmato è su YouTube, si intitola «Flotilla, we con the world» (parodia di «We are the world») e accusa i pacifisti della flotta di «ingannare il mondo». «Arriva un momento in cui si deve fare uno show, per il mondo, per il web, per la Cnn», canta un uomo vestito da capitano, affiancato da altri con la kefiah. «Non c’è nessuno che muore, quindi la cosa migliore è organizzare un bluff». La canzone prosegue dicendo che gli attivisti devono insistere nel «far finta che a Gaza ci siano crisi, fame e malattia». Alcune ore dopo, i funzionari hanno inviato una rettifica, spiegando di aver mandato il link per errore. Dopo altri venti minuti Efraim Roseman, uno dei portavoce dell’ufficio stampa, ha inviato un ulteriore messaggio di rettifica con maggiori dettagli: «Qualche ora fa, abbiamo inavvertitamente diffuso il link di un video che avevamo ricevuto, che dovevamo valutare con attenzione, non diffondere pubblicamente». E ancora: «Il contenuto di quel video non riflette in alcun modo la politica ufficiale dello Stato di Israele, dell’ufficio stampa del governo e di ogni altra istituzione pubblica». Il filmato, di una decina di minuti, è stato prodotto dal sito satirico israeliano «Latma», ideato da una giornalista politica del Jerusalem Post. Dopo una breve intervista dei due anchor-men al capitano della Mavi Marmara (nel filmato si chiama «Captain Stabbing», ossia «Capitan Pugnalata»), agli spettatori viene proposta una versione riveduta e corretta della canzone «We are the world». Nel video si vedono presunti attivisti della Mavi Marmara che cantano sulle note della canzone diventata un hit nel 1985 e scritta da Michael Jackson e Lionel Ritchie. I cantanti si alternano allo stesso microfono e si esibiscono nelle strofe satiriche, in inglese. Ma i testi sono cambiati: «Arriva un momento in cui si deve fare uno show, per il mondo, per il web, per la Cnn», canta un uomo vestito da capitano della nave. La canzone prosegue dicendo che gli attivisti devono insistere nel «far finta che a Gaza ci siano crisi, fame e malattia». «Perché miliardi di dollari d’aiuti non soddisferanno le esigenze fondamentali, come un po’ di formaggio e missili per i bambini».
10/6/2010: Obama ha ricevuto alla Casa Bianca il leader palestinese Abu Mazen e ha annunciato l’invio a Gaza di nuovi aiuti per 400 milioni di dollari. L’Amministrazione americana è fiduciosa che ci possa essere «un reale progresso» nei suoi sforzi per portare israeliani e palestinesi a negoziati di pace diretti. Abu Mazen, che nell’enclave controllata da Hamas non ha influenza, ha definito il gesto come «un segnale positivo» dell’impegno americano verso i palestinesi. Obama non ha condannato apertamente il raid navale, che ha però definito una tragedia, ripetendo che è importante avere una precisa ricostruzione di «tutti i fatti». (Paolo Valentino, Corriere della Sera, 10/6/2010)