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 2010  giugno 05 Sabato calendario

NEGLI USA TELEFONINI A RISCHIO

Un problema di frequenze? A Los Angeles dove ho partecipato la settimana scorsa al convegno digitale D8 del WSJ, mi sono accorto che in America siamo già arrivati all’incubo: non ce ne sono abbastanza per «sostenere » trasmissioni sui telefoni cellulari che portano sempre più «dati». E per dati si intende email, ma anche film da scaricare, documenti, musica, giochi, migliaia di applicazioni e quant’altro. Risultato, l’iPhone, il portatore di dati per eccellenza, oggetto meraviglioso che ha un accordo esclusivo con la ATT, non funziona. Figuriamoci ora che si aggiungeranno un paio di milioni di iPad. A Rancho Palos Verde dove si è tenuto il convegno, ho visto Steve Jobs provato: sotto attacco di utenti che gli chiedevano che cosa facesse in proposito. Gli raccontavano come spesso, durante la giornata, soprattutto sulla costa occidentale, ma anche a Houston o a Los Angeles, il servizio muore, a volte anche per tre ore di fila: non si riesce neppure a parlare, figuriamoci inviare dati. E Jobs faceva spallucce: « vero. Lo sappiamo. Facciamo quel che possiamo». Fra l’altro potrebbe rompere l’esclusiva con ATT e aprire ad altri carriers se il problema non sarà risolto entro settembre. Immaginate lo smacco per ATT.
I l problema è dunque grave. Con molte implicazioni d’affari. La prima riguarda noi: a che punto siamo? Per ora il rischio sovraccarico o delle interruzioni per ore di comunicazioni in Italia non c’è. Per ora. La spiegazione infatti non dipende dal fatto che abbiamo più frequenze, ma che abbiamo ancora un traffico dati molto povero. E dunque il rischio è che potrebbe essere solo questione di tempo. Come sappiamo, prima o poi quel che capita in America, nel bene o nel male, arriva anche da noi. A Palos Verdes ho anche visto Julius Genachowski, il presidente della FCC, l’agenzia per le comunicazioni. Mi ha detto che c’è un numero finito di frequenze, che il problema per loro è serio, ma che Obama ci sta pensando. E noi? Ci stiamo preparando? No. Sembra che il governo voglia dirottare le nuove frequenze disponibili sul settore televisivo. E non credo che la nostra Telecom e altri carrier si siano già mossi per giocare d’anticipo con verifiche del potenziale di copertura delle frequenze attuali proiettate su situazione estreme. Essere tagliati fuori da questo processo significa essere tagliati fuori dal mondo.