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 2010  giugno 04 Venerdì calendario

MR. CRICCA E L’UNIT D’ITALIA

Antonio Di Pietro ha detto a Repubblica di temere «rivelazioni a orologeria» e di essere in cerca del «mandante». L’ex pm dice di avere le idee chiare: «Si sta cercando di gettare fango anche su Veltroni, Prodi, Rutelli» ma «una cosa è certa: se fossimo rimasti noi del centrosinistra, Anemone, Balducci e compagnia, non sarebbero andati da nessuna parte».
Passi per la prima parte del ragionamento. L’ultima affermazione dipietrista, però, viene smentita da un documento che lo stesso «Tonino» ha allegato al memoriale con cui ha smontato il «teorema» dell’architetto Zampolini. Basta tornare indietro al biennio 2006-2007, col centrosinistra al governo.
Quando, nella primavera del 2006, l’Unione di Romano Prodi torna alla guida del Paese, Angelo Balducci - oggi considerato il vertice alto della «Cricca» - ha già un curriculum bipartisan di tutto rispetto. Tralasciando le tappe iniziali di un cursus honorum iniziato nel 1976 col concorso (vinto) al ministero dei Lavori pubblici, nel 1996 (al governo c’è Prodi) viene nominato responsabile per il ministero dei Lavori Pubblici (il ministro è Di Pietro fino a novembre, poi Paolo Costa) nelle zone terremotate di Umbria e Marche. Nel 1998 è ancora Provveditore alle opere pubbliche del Lazio e, grazie all’intervento del commissario straordinario per il Giubileo Francesco Rutelli, viene incaricato di sovraintendere alla realizzazione delle grandi opere previste entro il grande evento di inizio millennio.
Nei pressi di Di Pietro, nelle vicinanze di Rutelli, Balducci spunta sempre. E quasi sempre, nei paraggi, c’è anche il suo grande amico Guido Bertolaso. Nel 2001, quando il centrodestra vince le elezioni e Berlusconi torna a Palazzo Chigi, «Mister Cricca» fa il grande salto. Anche se la promozione che conta - stavolta lo tiene a battesimo Pietro Lunardi - arriva quasi a fine legislatura. Nel settembre 2005, infatti, viene nominato Presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici. Pochi mesi dopo, quando la tornata elettorale è alle porte, mette nel palmares anche la nomina a Commissario straordinario per i mondiali di nuoto di Roma 2009. Quattro anni prima, in ossequio all’adagio «chi ha tempo non aspetti tempo».
Nell’aprile del 2006, col ritorno del centrosinistra nella stanza dei bottoni, la sorte di Balducci pare segnata. A Di Pietro toccano le Infrastrutture e l’ex pm, senza pensarci troppo, sposta «Mister Cricca» dalla presidenza di Consiglio superiore dei lavori pubblici al II Dipartimento. Che, ricorda il leader idv, «non gestisce alcun capitolo di bilancio». Balducci se ne risente e reagisce alla nuova nomina (18 settembre 2006) mettendosi in malattia fino al giorno in cui lascia il ministero (1 novembre 2006).
Quel giorno di Ognissanti pare rappresentare l’ultima scia di una stella cadente. E invece no. Tutt’altro. Balducci, ancora una volta, si ritrova la fortuna di essere l’uomo giusto al momento giusto. Da settimane, infatti, a palazzo Chigi si discute dell’opportunità di costituire, con cinque anni d’anticipo rispetto al 2011, una Struttura di missione per le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Chi ha tempo non aspetti tempo, no? In realtà Prodi non è convinto dell’operazione, infatti spinge per una Struttura depotenziata, che rimanga sotto il controllo della Presidenza del Consiglio. Al contrario il vicepremier Rutelli, che è ministro dei Beni culturali, preme per costituire un organismo dotato di ampi poteri, da tenere nell’ambito del Dipartimento per il Turismo. Visto che il centrosinistra dell’epoca è abbastanza litigioso (per usare un eufemismo), il piccolo braccio di ferro tra «Romano» e «Francesco» non finisce neanche nelle brevi in cronaca. Morale della favola? Rutelli la spunta e Balducci, espulso dalla finestra, rientra dal portone principale.
La ricostruzione è avvalorata dall’allegato 5 del contromemoriale che Di Pietro, ieri l’altro, ha pubblicato anche sul suo blog. La lettera, firmata dall’ex pm, è di fine 2007. «Cari colleghi», scrive Tonino, «torno a interessarVi sulle questioni relative agli interventi infrastrutturali in corso da parte della Struttura di missione per la celebrazione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, in quanto le valutazione espresse dal Vice Presidente del Consiglio dei Ministri (Rutelli, ndr) non allontanano tutte le perplessità del mio Ministero in ordine ai procedimenti sino ad oggi attivati». Quali? Gli stessi per cui c’è un regolare bando di gara pubblicato il 20 ottobre 2007. Solo per fare alcuni esempi, c’è da realizzare il nuovo Palazzo del Cinema a Venezia (75 milioni), una Città della scienza a Roma (42 milioni), il nuovo Auditorium a Firenze (105 milioni), più 62 milioni da destinare a Torino per la «madre» di tutte le celebrazioni dei 150 anni. Il totale degli interventi arriva 451 milioni, 134mila, 520 euro e 95 centesimi. la torta che, sotto l’ombrello del governo di centrosinistra, finisce alla Struttura di missione che fa capo a Balducci. Che, nel frattempo, s’era anche aggiudicato - su proposta del ministero dei Beni culturali - anche i galloni di commissario per la ricostruzione del Teatro Petruzzelli di Bari.
Ma qualcosa non torna. Basta pensare al caso, ma è la punta di un iceberg, dell’auditorium del capoluogo toscano su cui lo stesso Di Pietro, nel seconda pagina della lettera di cui sopra, annota: «Anche l’appalto di Firenze per il Nuovo parco della Musica e della Cultura presenterebbe un ”buco finanziario” di oltre 40 milioni di euro». Dal lessico dipietrista emerge la guerra intestina nel comitato costituito ad hoc per le celebrazioni del 150mo anniversario, lo stesso che viene affiancato dalla Struttura di missione by Balducci: ne fanno parte Francesco Rutelli (presidente) e i ministri Tommaso Padoa-Schioppa (Economia), Linda Lanzillotta (Affari regionali) e Antonio Di Pietro (Infrastrutture). E lo stesso Tonino, infatti, scrive a Prodi e a tutti i colleghi: «Preciso che nessun mio delegato ha partecipato alla riunione del Comitato dei Ministri dello scorso 23 novembre (2007, ndr). Chiedo pertanto che il verbale della riunione sia opportunamente modificato».
Per deduzione, dunque, il verbale di quella riunione - almeno nella versione dipietrista - dà conto della presenza di una persona (il delegato del ministero delle Infrastrutture) che in realtà non vi ha preso parte. 23 novembre 2007. Pochi giorni dopo, il 20 dicembre, sarebbero scaduti i termini per presentare le domande per l’assegnazione degli appalti per il mega-compleanno dell’Italia. Un altro dei misteri in cui è coinvolto Balducci. L’ennesimo.