Varie, 4 giugno 2010
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Stosur Samantha
• Brisbane (Australia) 30 marzo 1984. Tennista. Vincitrice degli Us Open 2011, finalista (sconfitta da Francesca Schiavone) al Roland Garros 2010 • «Deambulavo questa mattina nel corridoio del mio hotel, l’Hilton, e, fianco a quella fabbrica di muscoli della palestra, mi bloccava la visione di due spalle che, a tutta prima, mi ricordavano Nadal. Nel rendere più razionale la mia impressione, notavo altre caratteristiche di quello che mi era parso un giovane culturista: chignon biondo, e glutei lievemente effeminati. Simile visione mi si sarebbe ripresentata nel bel mezzo dello stadio dei crampi, e mi sarei detto che, ormai, tante affermate sportive sono decisamente androgine, e uno che arriva a sorprendersi nel pensarlo è decisamente obsoleto. Le nerborute spalle, sostenute da altrettanto solidi garretti, appartenevano ad una giovane australiana a nome Samantha Stosur, per gli intimi Sam. [...]» (Gianni Clerici, “la Repubblica” 17/5/2007) • «[...] Una che ama il surf, il rugby a 13 e il serve and volley, doppista nata [...] Una beach-girl che porta sempre occhiali coloratissimi, con lenti speciali per il tennis, che batte ai 200 all’ora (“serve come le Williams, anzi, serve come un uomo”, ha precisato Virginie Razzano, una delle sue vittime [...]) e che si sente a disagio quando le stampano abitini troppo succinti sulla muscolatura nadaliana. “Per favore - implorò anni fa sul set di un servizio fotografico in cui volevano imporle un tanga - io mi metto di tutto, ma con dei vestiti troppo aderenti sembro una bestia” [...] non ha avuto una vita facile. A sei anni vide l’alluvione portarsi via casa e masserizie a Gold Coast. Papà Tony, con i 5000 dollari rimasti in banca, decise di trasferire famiglia e business ad Adelaide, aprendo un caffè con mamma Diane, ed stato lì che, con una racchetta regalatale da un vicino di casa, Sam, o “Samoid”, come la chiamano, ha iniziato a giocare. I tecnici australiani non tardarono troppo a mettere gli occhi su quella ragazza che fin da piccola picchiava come un fabbro sul drittone arrotatissimo. Ma quando la sua carriera sembrava pronta a decollare, dopo le prime vittorie cospicue, il primo Slam di doppio, nel 2007 Samantha fu atterrata da un insettino, una zecca, portatrice della malattia di Lyme. Mal di testa, febbre, eritemi, vertigini, rischio di problemi cardiaci e neurologici anche seri. “La gente in Australia aveva già iniziato a parlare di me come futura vincitrice di Wimbledon, ma per quasi un anno il mio obiettivo è stato riuscire ad alzarmi dal letto e uscire di casa” [...] è rientrata nel circuito, vincendo Wimbledon in doppio [...]» (Stefano Semeraro, “La Stampa” 4/6/2009).