Al. G., 3/6/2010, 3 giugno 2010
MORTO A ROMA IL BARITONO GIUSEPPE TADDEI
Tra le sue ultime apparizioni, un cameo nella Bohème di Puccini nel famoso allestimento di Zeffirelli al Teatro dell’Opera nel 2002: faceva Benoit, il padrone di casa, e lo recitava con vivacità nonostante i suoi 87 anni. Ma brio e comunicativa sono state sempre, con la bella voce, tra le carte vincenti del grande baritono Giuseppe Taddei, morto ieri nella sua casa di Roma. Il 26 giugno avrebbe compiuto 94 anni. Genovese, Taddei debuttò a 20 anni all’Opera di Roma nel ruolo dell’Araldo nel Lohengrin di Wagner. Una carriera subito brillante ma una vita difficile: non avendo optato per la Repubblica di Salò, finì in un campo di concentramento in Germania. Ma grazie ad alcuni melomani tedeschi gli fu permesso di girare per i lager per cantare per i prigionieri; in seguito si esibì negli spettacoli per le truppe alleate. Fondamentale l’incontro, a Salisburgo, con Herbert von Karajan che lo volle per il Falstaff. Eccelleva nel comico e nel drammatico e ha lavorato con tutti i più grandi direttori, come Zubin Mehta e Claudio Abbado. Così lo ricorda il grande esperto di voci Giorgio Gualerzi: «Artista di notevolissima statura: cantante-attore, non solo cantante. Simon Boccanegra e Macbeth di primo piano, fu tra gli ultimi a cantare Wagner in Italiano. Era molto versatile: questo spiega la sua fortuna in Austria. Forse mostrava qualche limite vocale, ma per il resto aveva tutto: un interprete straordinario».
Al.G.