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 2010  giugno 03 Giovedì calendario

PER IL CAVALIERE BAGNO DI FOLLA MA SOLTANTO A MET

Un po’ lo applaudono, un po’ lo fischiano. Lui, ovviamente, sente soltanto i battimani ed è felice come un Padre della Patria. Che ha messo la faccia sulla manovra economica di (semi)lacrime & (semi)sangue ma esulta perchè «i miei indici di gradimento non sono scesi». «Sto ben oltre il 62 per cento», dice a una signora che, a fine parata, cerca di stringergli la mano gridando: «Forza Silvio».
Di solito, al termine della manifestazione del 2 giugno, il Cavaliere percorreva a piedi il tragitto da via dei Fori Imperiali a Palazzo Grazioli. Stavolta, fa un centinaio di metri passeggiando, e poi s’infila in auto. Motivi di sicurezza. E dunque, un bagno di folla a metà. Qualcuno non gradisce, perchè lo vorrebbe toccare, e allora lo fischia (per troppo amore?). Qualcun altro gli fa «buuuuu», perchè giudica deluse le promesse del governo. Altri lo incitano, sia mentre passeggia sia mentre va via in auto: «Silvio, non mollare!». Oppure: «Sei grande, preside’!».
E comunque il Berlusconi da parata adotta il format dell’allegria. Parla cordialmente con Napolitano. Non deve sopportare l’imbarazzo di un incontro con Fini, perchè Fini non c’è. Sorride dal palchetto. Batte il ritmo della fanfara con le mani. Accenna passi di danza. E quando sfila lungo la strada un plotoncino di crocerossine, quel birichino del Silvio, con smorfietta ammiccante, fa volteggiare la mano, come per dire: «Caspita, che belle ragazze!». Il bagno di folla a metà, però, non è nel suo stile. La gente lo invoca e lui fa la parte di quello che vorrebbe concedersi ma non può. E i giornalisti? Stavolta li evita. Forse è ancora agitato per lo scontro televisivo della sera prima con l’incolpevole Floris a «Ballarò». Oppure, non parla perchè dovrebbe parlare - è il tema di questi giorni - contro gli israeliani, e non gi va, o contro i turchi, e non gli va neppure questo.