Danilo Taino, Corriere della Sera 02/06/2010, 2 giugno 2010
GERMANIA, IL DISAGIO DEL COMANDO E LE TRE DIMISSIONI ECCELLENTI
In questo difficile 2010, la Germania sta diventando il Paese delle dimissioni eccellenti. In pochi mesi, tre. E in tutti i casi sono sembrate più una fuga che una stretta necessità dettata da errori o peccati insostenibili. Sembra esserci un disagio ai vertici della società tedesca, uno stress da eccesso di legittimazione richiesta, una sindrome della purezza.
Le dimissioni annunciate lunedì dal presidente federale Horst Köhler sono le più rilevanti. Durante un’intervista ha sostenuto che la Germania, dato il suo peso politico ed economico internazionale, deve essere pronta a difendere i suoi interessi anche con il ricorso, in certi casi, all’intervento militare. Affermazione forte, forse discutibile e non adatta a un presidente che non dovrebbe fare politica. Ciò nonostante, nessuna autorità di rilievo aveva chiesto a Köhler, rieletto nella carica l’anno scorso, di andarsene.
Tra il triste e l’indignato per le critiche ricevute, il presidente ha però gettato la spugna: prendendo atto di una divergenza con un’opinione pubblica che non vuole più sentire parlare di guerra. Dieci giorni prima, si era dimesso Roland Koch, il potente governatore dell’Assia, fino al giorno prima uno degli uomini forti della Cdu, possibile successore e persino sfidante della cancelliera Angela Merkel. Perché? Perché la politica è importante – spiegava – ma non è tutta la vita. Una nuova carriera nel mondo degli affari può essere più soddisfacente e meno esigente. In febbraio, a dimettersifu Margot Kämann, presidente (la prima donna in quella carica) delle Chiese evangeliche tedesche: guidava dopo avere bevuto un po’ troppo, passò un semaforo con il rosso e la polizia scoprì che il suo tasso alcolico era cinque volte più alto del massimo consentito. Il Consiglio delle Chiese le rinnovò la fiducia ma la signora si sentì in dovere di lasciare la carica.
Stare al top, per chi è eletto a una carica, in Germania è davvero impegnativo. L’opinione pubblica, esigente e informata, chiede standard morali e di comportamento elevati. Ineccepibile. Spesso, però, stressante come camminare sui gusci d’uovo. Qualcuno, a un certo punto, vuole scendere.
Danilo Taino