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 2010  giugno 02 Mercoledì calendario

C’ UNA PASIONARIA DEL VELO

In Arabia Saudita due donne si fronteggiano senza esclusione di colpi: una chiede più libertà d’azione per il gentil sesso, l’altra dice che le cose vanno bene così ed è una pasionaria del velo e della tradizione rigorosa.
Quest’ultima si chiama Rowdha Yousef e si oppone con forza a Wajeha al-Huwaider, diventata paladina dei diritti delle donne lanciandosi in un blitz: è andata alla frontiera del Bahrein chiedendo di attraversarla unicamente con il suo passaporto e in assenza, come previsto invece dalla legge, di un accompagnatore maschile o di un permesso scritto del proprio tutore. Per questo ha ricevuto minacce di morte, ma non si arrende, anche se al momento il suo tentativo di modificare i costumi sociali è andato a vuoto.
Gli atteggiamenti di questa donna non sono affatto piaciuti a Rowdha Yousef, 39 anni, divorziata e madre di tre figli, mediatrice volontaria nei casi di abusi domestici. Tutt’altro che una persona succube e che rinuncia a far valere i propri diritti, dunque. A lei non va giù questa smania di chiedere il diritto di guidare l’auto, di poter scegliere se indossare o meno il velo, di lavorare senza il permesso del consorte. Così ha organizzato una campagna dal nome significativo: «Il mio tutore sa che cosa è meglio per me». In due mesi ha raccolto oltre 5.400 firme per una petizione che rifiuta le richieste ignoranti di chi incita alla libertà, domandando addirittura punizioni per chi vuole l’uguaglianza tra uomini e donne, collocandoli in ambienti promiscui, e spinge per altri comportamenti definiti inaccettabili.
In effetti la separazione plateale tra i sessi è una caratteristica che distingue l’Arabia Saudita. D’altra parte, considerato il ruolo pressoché inesistente del gentil sesso nella vita sociale, è significativo che un simile dibattito si sia imposto nell’opinione pubblica anziché rimanere nascosto.
A ogni modo, Yousef è convinta che la maggior parte dei sauditi condivida i suoi valori conservatori, ma insiste sul fatto che l’adesione alla legge della Sharia e i costumi familiari non mettono un freno alle donne che vogliono manifestare la loro idea. Ella afferma che le sostenitrici delle riforme sono influenzate dalle correnti di pensiero occidentali che, però, non capiscono le necessità e le credenze delle donne saudite. Non è vero, dunque, che il mondo intero sia allineato allo stile di vita che si è imposto in una parte del pianeta.