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 2010  giugno 02 Mercoledì calendario

RAGAZZI DISTRATTI NIENTE PAURA SEGNO D´INTELLIGENZA

Mamme, papà e insegnanti, non arrabbiatevi più con i vostri figli o allievi, se si distraggono mentre state dicendo loro qualcosa che a voi sembra estremamente importante. Non è indifferenza. Non è cattiva volontà. Non hanno colpa. Sono fatti così. Anzi, è il cervello dei vostri figli o allievi che è fatto così. Gli adolescenti, afferma una ricerca condotta in Gran Bretagna, non riescono a concentrarsi perché vittime di una condizione neurobiologica legata all´età. Hanno troppa «materia grigia», la sostanza - chiamiamola così per semplificare - che li spinge a far lavorare il cervello troppo e in più direzioni contemporaneamente. Ecco perché, mentre il padre fa la ramanzina, la mamma chiede notizie sulla scuola o la prof spiega i filosofi greci, la loro mente corre dietro ad altro e smettono di ascoltare.
Condotta da studiosi del prestigioso University College London (Ucl) e pubblicata sul Journal of Neuroscience, la ricerca ha sottoposto a un esame con lo scanner il cervello di un gruppo di teen-ager e li ha monitorati mentre cercavano di risolvere un problema mentale. Nello stesso tempo, i giovani venivano stimolati da distrazioni ambientali: rumori, musica, richiami, persone che entravano e uscivano dalla stanza, telefonate, e così via. Lo scanner ha evidenziato un livello di attività inaspettato nella corteccia prefrontale, un´ampia regione del cervello coinvolta nei processi decisionali e nella capacità di fare più cose simultaneamente. Ciò ha indicato, secondo gli scienziati, che il cervello degli adolescenti funzionava in modo meno efficace di quello di un adulto, cioè «continuava a fare un sacco di lavoro inutile rispetto al compito principale che si era preposto».
Ovvero, si distraeva. Il motivo, affermano i ricercatori inglesi, è paradossale: il cervello dei teen-ager contiene troppa materia grigia, le cellule e le connessioni che trasmettono messaggi dentro al cervello.
Invecchiando, l´ammontare di materia grigia si riduce ed ecco che dunque diventa più facile concentrarsi su un problema alla volta, senza subire distrazioni. Il processo è graduale, prende tempo e non è uguale per tutti. In ogni caso non termina tutto di un colpo con la fine dell´adolescenza. «Sapevamo che la corteccia cerebrale dei ragazzi produce una struttura caotica di pensieri», dice la dottoressa Sarah-Jayne Blakemore, che ha diretto la ricerca, «ma adesso abbiamo capito che questa fase può prolungarsi fino ai tardi vent´anni e perfino sino ai primi trent´anni».
In pratica, è la rivelazione che il cervello continua a evolversi molto più a lungo di quanto comunemente si credeva. «Non è sempre facile per i teen-ager prestare attenzione in classe senza che la loro mente se ne vada per un´altra strada», osserva la dottoressa Iroise Dumonthel, co-autrice dello studio. Adesso, in compenso, hanno una scusa perfetta per distrarsi, a casa o a scuola, senza che nessuno possa rimproverarli.