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 2010  giugno 03 Giovedì calendario

BIMBI ABBANDONATI, GAFFE DELL’ASSESSORE ANTI-ABORTISTA

molto sfortunato l’assessore della Regione Lombardia, Giulio Boscagli, che – allergico alle critiche – ha intimato al consigliere regionale Giulio Cavalli (Idv) di farsi un giro in alcuni Centri di Milano per vedere quanti bambini sono stati salvati dall’aborto. Boscagli, però, non sapeva che uno di quei bambini era proprio Cavalli. L’antefatto: martedì scorso l’assessore alla famiglia, uomo potente di Comunione e liberazione, alter ego e cognato del governatore Formigoni, ha annunciato che la Regione darà un bonus di 250 euro al mese - per un anno e mezzo - alle donne che scelgono di abortire per motivi economici, ”ma che in altre condizioni non lo farebbero mai”. Cavalli ha criticato nel merito il provvedimento con parole che non sono piaciute affatto all’assessore: ”Non posso non constatare che la patria potestà di questa regione è una sorta di co.co.pro a 18 mesi, nulla di più. Le neo mamme vanno aiutate con servizi efficienti per la famiglia e per l’infanzia, quegli stessi servizi che la finanziaria del governo sta mettendo seriamente a repentaglio”. Contro replica di Boscagli: ”Il consigliere dell’Idv provi a informarsi alla clinica Mangiagalli e a tutti i Centri di aiuto alla vita e scoprirà che con metodo analogo al nostro sono stati salvati migliaia di bambini, poi accuditi ed educati attraverso un’opera di assistenza alle mamme e alle famiglie. Questi sono fatti, mentre lui fa demagogia. necessario invece - ha concluso l’assessore - che ognuno si senta chiamato in causa da un dramma come quello dell’aborto e provi a dare il proprio contributo personale”. Cavalli ha trascorso una serata a pensare se fosse il caso di raccontare un fatto molto privato o soprassedere. Alla fine ha deciso di rispondere rendendo pubblica la sua adozione perché, ci ha detto, ”vole vo dimostrare che la politica è una cosa seria, altro che demagogia. Le posizioni da me espresse non sono evidentemente condizionate dalla mia vita privata ma dall’interesse collettivo. Raccontare anche la mia storia ha voluto dire che superficialità e strumentalizzazione, in questo caso dei sentimenti delle persone, non deve essere concesso”. Il consigliere (sotto scorta per le minacce mafiose dovute ai suoi testi teatrali), ha pubblicato sul sito Web personale una lettera aperta all’assessore lombardo: ”Ora vede, caro Boscagli, glielo riferisco con un certo fastidio, purtroppo per me (e per il suo tempismo) non ho proprio bisogno di informarmi sui migliaia di bambini salvati perché sono uno di quelli. Sono stato adottato nella città di Milano nel lontano 1979 da madre misconosciuta (per una discutibile ma poco discussa legge sull’anonimato dei genitori naturali) e ”salvato’ (r iprendendo il suo verbo apologetico) nel fu brefotrofio di viale Piceno. Non so se mia madre mi abbia abbandonato ”solamente per motivi economici’; così come non so nemmeno quale stato di solitudine, disperazione, indifferenza o isolamento sociale possa spingere una madre a rinunciare (qualunque sia il modo) al proprio figlio. Proprio non lo so. Nemmeno io che ne sono figlio. E tanto meno lei, caro assessore Boscagli…”. La lettera di Cavalli si conclude con un invito all’a ssessore a chiudere ”il nostro alterco di poco conto” per cominciare ad ”ascoltare le ragazze madri, i consultori, le associazioni di volontariato che troppo spesso si trovano a coprire le falle” dello Stato ”disattento”.