Varie, 3 giugno 2010
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Zollitsch Robert
• Filipovo (Serbia) 9 agosto 1938. Arcivescovo di Friburgo. Dal febbraio 2008 presidente della Conferenza episcopale tedesca. Nel marzo 2010, con almeno 14 religiosi indagati dalla magistratura per sospetto di abusi o violenze su minori (250 i casi accertati tra gli anni Cinquanta e Ottanta) ammise: «Sì, è vero, la Chiesa ha nascosto casi di abusi sessuali per anni. È un problema di tutta la società, ma ognuno di questi casi oscura il volto della Chiesa». Andrea Tarquini: «[...] La confessione di monsignor Zollitsch - in un’intervista al settimanale conservatore Focus [...] - è una svolta. “Da anni ormai seguiamo una pratica del tutto diversa, ma sebbene l’intera società abbia taciuto e rimosso per decenni e la maggior parte degli abusi sia avvenuta fuori dalla Chiesa, provo vergogna e spavento davanti a un numero così elevato di casi commessi nelle nostre istituzioni [...] Spesso le vittime non sono disposte a denunciare gli atti di violenza subìti, e questo per noi è un problema morale, perché noi siamo interessati a portare i responsabili davanti al giudice, affinché con un processo si arrivi a una sentenza” [...]» (“la Repubblica” 22/3/2010). Successivamente (notizia del 2 giugno 2010) finì indagato per il sospetto di complicità indiretta in violenze contro bambini commesse negli anni Sessanta da un sacerdote che avrebbe protetto: «[...] La magistratura, ha spiegato il procuratore Maier, ha aperto a carico di monsignor Zollitsch un procedimento penale, sulla base di una denuncia sporta a maggio. Il presidente della Conferenza episcopale è indagato per il sospetto di una decisione presa nel 1987, quando era referente personale nell’arcivescovado. Egli avrebbe approvato l’ammissione al sacerdozio nella diocesi di un prete, nonostante questi avesse notoriamente commesso abusi sessuali su un bimbo. I delitti contestati al sacerdote, appartenente all’ordine dei cistercensi, sarebbero stati commessi nella cittadina di Birnau. La magistratura di Friburgo ha inoltrato gli atti dell’indagine ai suoi colleghi di Costanza. Resta da verificare se i delitti che si presume commessi dal sacerdote siano da considerare caduti in prescrizione, come è possibile dato che, secondo i media tedeschi, si tratterebbe di abusi su minori commessi negli anni Sessanta. In questo caso, se cioè il procedimento penale contro il prete presumibilmente “coperto” da monsignor Zollitsch è stato archiviato per prescrizione, cadrebbero anche i presupposti per portare avanti l’indagine contro Zollitsch stesso. Il Vaticano ha diffuso una nota, concordata con l’arcivescovado di Friburgo, in cui definisce “le accuse false e prive di fondamento”. Quando la Chiesa seppe delle accuse contro quel sacerdote, continuano le fonti ecclesiastiche, chiese all’ordine dei cistercensi di trarne le dovute conseguenze; e “solo alla fine del 2006 si apprese che a Birnau si era registrato almeno un caso di abuso sessuale contro un minore, negli anni sessanta”. La prescrizione risparmierebbe a Zollitsch imbarazzo e rischi dell’indagine. Ma difficilmente ciò basterà a migliorare la reputazione della Chiesa cattolica tedesca. Robert Zollitsch guida la Conferenza episcopale di Germania dal febbraio 2008. Si disse allora che egli era il candidato preferito del Pontefice [...] Zollitsch in persona guidò la delegazione dei vescovi tedeschi in Vaticano, per un difficile incontro con il Santo Padre. E a Benedetto, egli promise una linea di tolleranza zero e di piena chiarezza sullo scandalo sempre più vasto delle violenze e degli abusi sessuali. [...]» (Andrea Tarquini, “la Repubblica” 3/6/2010) • «Sì ai preti sposati e apertura alle unioni gay. La rivoluzione per la Chiesa soffia come il vento, dal Nord. Viene dal paese del Papa, dalla sua Germania. E non ha il volto o le parole della “deriva laicista” ma l’aria serena e rassicurante del [...] presidente della conferenza episcopale tedesca Robert Zollitsch [...] La rivoluzione in tonaca parla di un sì al matrimonio per i preti, “perché il celibato non è un precetto di diritto divino ma ecclesiastico”, apre alle unioni civili tra i gay mentre sulle donne sacerdote resta ancora e decisamente sul no. Parole che pesano, che rompono col passato e col presente di Benedetto XVI, della chiesa cattolica. A pronunciarle è stato monsignor Zollitsch [...] in un’intervista al settimanale “Der Spiegel”, presentandosi così a pochi giorni dalla sua nomina con una linea molto progressista se non rivoluzionaria. L’arcivescovo afferma di essere “contrario al divieto di riflessione” sull’abbandono del celibato e spiega: “Constatiamo la diminuzione delle vocazioni, la sfida del Vangelo è difficile da trasmettere. È ovvio che il collegamento tra l’essere prete e il celibato non è teologicamente necessario”. Non è insomma un precetto divino. L’arcivescovo di Friburgo prende ovviamente atto che consentire il matrimonio dei preti “sarebbe una rivoluzione che una parte della Chiesa non accetterebbe” e per questa ragione pensa che nulla si possa cambiare senza convocare prima un Concilio, “giacché l’abolizione del celibato inciderebbe molto nella vita interna della Chiesa”. In fatto di unioni omosessuali Zollitsch sottolinea come non si tratti “di liberalità poiché è una realtà sociale. Come cattolico il mio ideale sono ovviamente il matrimonio e la famiglia ma se esistono persone con questa predisposizione, lo Stato può adottare le opportune regolamentazioni. Anche se considero sbagliato il concetto di matrimonio omosessuale, poiché lo mette sullo stesso piano del matrimonio tra uomo e donna”. Apre dunque sia al matrimonio dei preti che alle unioni gay, il nuovo capo dei vescovi tedeschi, che invece non lascia spiragli al sacerdozio femminile: “Gesù Cristo ha chiamato soltanto uomini a fare gli apostoli. La funzione sacerdotale e quella episcopale restano riservate agli uomini, anche se in determinate cerimonie religiose le donne possono predicare”. All’altra metà del cielo concede solo un “Siamo interessati ad averle come assistenti spirituali”. Dalla donne alla politica cambia anche il quadro di riferimento. Zollitsch constata infatti un allentamento del legame tra la Chiesa cattolica tedesca e il partito cristiano-democratico, perché “la Cdu si è più fortemente attestata su tesi neoliberiste e rischia di non tenere più nel debito conto l’economia sociale di mercato e i temi sociali”» (Caterina Pasolini, “la Repubblica” 17/2/2008).