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 2010  giugno 03 Giovedì calendario

fare LUNGO DORA FIRENZE IN UNA FABBRICA ABBANDONATA Ucciso a bastonate perché si è fatto rubare i soldi per le sigarette [FIRMA]NICCOL ZANCAN Le ultime parole sentite da Liviu Agaleanu sono state una specie di preghiera inutile in suo nome: «Lascialo stare, ti scongiuro

fare LUNGO DORA FIRENZE IN UNA FABBRICA ABBANDONATA Ucciso a bastonate perché si è fatto rubare i soldi per le sigarette [FIRMA]NICCOL ZANCAN Le ultime parole sentite da Liviu Agaleanu sono state una specie di preghiera inutile in suo nome: «Lascialo stare, ti scongiuro. Smettila, non colpirlo così! Prendi cento euro, quello che vuoi, non ammazzarlo». Ma Dorin Herghelegiu ha continuato a colpire come una furia. Prima con un bastone di legno, che si è spezzato. Poi con una spranga, fino a piegarla di trenta gradi. Liviu Angaleanu, romeno di Buhusi, è morto con tutte le ossa fratturate, trasfigurato dalle botte. Massacrato per 50 euro. Domenica notte alle due era stato incaricato di comprare birra, sigarette e una scheda telefonica. Per questo aveva ricevuto i soldi da Herghelegiu. Ma attraversando da solo Porta Palazzo, era stato rapinato da un gruppo di maghrebini. Liviu Angaleanu, 48 anni come il suo assassino, era tornato indietro a spiegare. Credeva di essere fra amici: questo è stato il suo errore. Con alcuni connazionali stava preparando una grigliata, davanti a un vecchia fabbrica di cerniere abbandonata, all’altezza di Lungo Dora Firenze 15. Una città invisibile dentro alla città. Un angolo miserabile. Il terreno è della Provincia. Lo spiazzo di erba e rifiuti era un tempo la sede dell’istituto tecnico Aldo Moro. Dentro la fabbrica mezza sventrata - una carcassa industriale - ci sono materassi, bottiglie rotte. Adesso anche tracce di sangue. Nessun progetto finora è riuscito a mettere in cantiere la riqualificazione della zona, quasi in corrispondenza del ponte di corso Giulio Cesare. Lì dentro Dorin Herghelegiu e gli altri stavano abbrustolendo la salsiccia. Tutti avevano bevuto molta birra. Ma quando Liviu Agaleanu si è presentato a mani vuote, non è riuscito nemmeno a spiegare. stato aggredito immediatamente, nonostante i tentavi degli altri di difenderlo. « stata una reazione spropositata, inaudita», dice il maggiore Domenico Mascoli. Fatica a trovare gli aggettivi adatti. E spiega: «Ci siamo trovati di fronte a una scena di violenza estrema». I carabinieri del comando Provinciale di Torino sono arrivati alle tre del mattino, chiamati da un testimone. Subito hanno ricostruito l’accaduto. Poi sono andati a cercare Herghelegiu. Stava dormendo sul pavimento lercio di un’altra fabbrica abbandonata, non lontano, in via Carmagnola. Ai militari del reparto investigativo non ha detto una parola. Scena muta anche davanti al pm Nicoletta Quaglino. Ma tutti i testimoni ricostruiscono con precisione la stessa scena. L’analisi scientifica sui vestiti e sui bastoni farà il resto. Liviu Agaleanu era un tipo mite, senza precedenti penali. Viveva a Torino da otto anni. Si arrangiava vendendo sigarette e facendo piccoli lavori da decoratore. Sulle panchine di Lungodora in molti si ricordano di lui: «Una brava persona uccisa da una bestia». Ai residenti resta l’amarezza di aver previsto tutto. «Era chiaro che sarebbe finita così - dice Carmine Batilde, presidente del comitato spontaneo della zona - da anni segnaliamo la situazione. Scavalcano, si ubriacano, litigano. La solita storia». Poi si sfoga: «Siamo stanchi di convivere. Non ce l’abbiamo con le forze dell’ordine, ma con la politica. Quando per la millesima volta ho sollevato il problema di questo posto, sa cosa mi hanno risposto? Di rassegnarmi». La Stampa, cronaca di Torino, 1/6/2010