Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  giugno 02 Mercoledì calendario

STROMAE

STROMAE (Paul Van Haver) Bruxelles (Belgio) 12 marzo 1985. Cantante. Lanciato nel 2010 dal singolo Alors on danse «[…] Numero uno in Francia, Olanda, Grecia, Germania, Austria, Svizzera, Danimarca e Belgio […] Un tormentone costruito attorno a tre elementi: un ritmo ipnotico, un violino che sembra uno strumento etnico, un cantato quasi rap che elenca una serie di problemi, da quelli di cuore a quelli finanziari a quelli della fame nel mondo. ”Anche una canzone electrodance come questa può avere un testo con un contenuto. Il leitmotiv dei miei brani è doppio: da un lato ci vuole qualcosa che faccia ballare, dall’altro un significato. Non mi va di scrivere un testo che dice ”ti amo, mi ami, andiamocene in spiaggia’” […] Il successo di Stromae colpisce anche perché la canzone è in francese. ”Non è una lingua internazionale come l’inglese. Incredibile vedere il sostegno in Paesi dove non la capiscono”. L’idea del tormentone con un testo che parla di problemi? ”Sono pessimista di natura. Forse mi viene da quando avevo 18 anni e a Parigi vedevo tanta gente che in discoteca fingeva di dimenticarsi dei problemi con un sorriso. I loro occhi dicevano che quei problemi c’erano ancora” […] Stromae è nato a Bruxelles, mamma belga e papà ruandese. ”Ho visto solo 3 volte mio padre, praticamente non l’ho mai conosciuto. Ci ha lasciati quando ero piccolo ed è morto nel genocidio ruandese. Mia madre è una donna molto coraggiosa: ha cresciuto da sola quattro figli”, racconta. Il nome d’arte ha a che vedere con le origini africane? Ride. ”No, vuol dire Maestro. uno slang francese molto popolare. Si modificano le parole tagliandole a metà e invertendo le due parti. Merci, ad esempio, diventa cimer” […] ha iniziato a suonare la batteria a 12 anni, nel 2005 ha formato un duo rap e dal 2007, in parallelo agli studi di cinema (si dirige i videoclip) ha scelto la carriera solista. Tre i filoni musicali che lo hanno influenzato: ”Anzitutto la dance europea Anni 90, non si può sempre seguire la cultura americana. E allora gruppi come Snap!, l’italiana Gala o i Technotronic di Pump up the Jam che mi si stampò in mente quando mia sorella vinse il disco al concorso di una radio. Poi c’è la canzone francese di Aznavour, Edith Piaf, e del mio connazionale Jacques Brel. Infine l’hip hop”. […]» (Andrea Laffranchi, ”Corriere della Sera” 2/6/2010).