Patrizia Carrano, La Magnani, il romanzo di una vita, ed. Lindau Torino 2004, pagg. 319, 1 giugno 2010
Biografia di Anna Magnani
Magnani Anna, Roma 7 marzo 1908, Roma 26 settembre 1973 • Figlia di Marina Magnani, sarta originaria di Fano, e di padre ignoto, forse un calabrese, forse un pascià egiziano • Nata a Roma, probabilmente in una casa di via San Teodoro, fra il Campidoglio e il Palatino, dove poi passa tutti gli anni dell’infanzia assieme alla nonna, a cinque zie: Dora, Maria, Rina, Olga e Italia e a uno zio, Romano, il cocco di casa. Vivono tutti al quarto piano di un grande appartamento, con un balcone e una bella cucina, in condizione economiche agiate • Incontra la madre, che subito dopo la nascita si è trasferita ad Alessandria D’Egitto, per la prima volta quando ha dieci anni. incolta, selvaggia e la madre, prima di ripartire, decide di metterla in un collegio di suore francesi. Dura solo pochi mesi. La madre riparte e la nonna se la riprende in casa • Anna, che da bambina cantava assieme alla nonna Reginella, da adulta chiese a Massimo Ranieri di farne un disco, e avrebbe voluto che il giorno della sua morte i bambini nelle scuole la cantassero in coro • La madre, che vive ad Alessandria D’Egitto, ha sposato un austriaco molto facoltoso e ha avuto un’altra figlia, Olga. Anna, diventata una giovane ragazza, la va a trovare ma resta molto delusa da quell’esperienza e torna a Roma • Rientrata a Roma, va a vivere a Borgo Pio, a casa di una zia che intanto si era sposata. Decide di diventare attrice e nel gennaio del 1927 si iscrive alla scuola di recitazione di Silvio D’Amico, che si trova in via Vittoria. Ha due soli insegnanti: Silvio D’Amico (storia della recitazione) e Ida Carloni Talli (recitazione) • «Ho capito che non ero nata attrice. Avevo solo deciso di diventarlo nella culla tra una lacrima di troppo e una carezza di meno» (Anna Magnani) • «Oggi a scuola ho visto una ragazza. bravissima, un vero talento, ma non riesco a prenderla sul serio perché è uno sgorbietto, somiglia pari pari al patriarca di Gerusalemme» (Silvio D’Amico dopo aver visto Anna Magnani il primo giorno alla sua scuola di recitazione) • «A coso, ma che te sei messo in testa?» (Anna Magnani a Paolo Stoppa, che aveva conosciuto alla scuola, e che la invitava a salire nella sua garçonnière al Pantheon) • Dopo soli tre mesi Niccodemi la nota a un saggio della scuola e la vuole in compagnia. Ha bisogno di soldi. A quel tempo ogni attore deve essere fornito d’un guardaroba completo d’abiti da sera, mezza sera, sportivi, da visita e da cerimonia, senza contare tutti gli accessori. Mobilita le economie di tutta la famiglia e ce la fa • Ingaggio per un anno e mezzo a 25 lire al giorno, tournée in America Latina grazie alla quale conosce Carlo Zecchi, famoso pianista. Tra i due nasce una storia che però finisce dopo poco • Nel 1929 la compagnia si scioglie e lei viene chiamata dagli Arcimboldi a Milano. Lascia la nonna a Roma, malata, morirà sei mesi dopo • A Milano Anna conosce Gandusio, primo attore della compagnia, che si innamora di lei: le fa ampliare le parti, la inizia al cinema. E lì incontra Goffredo Alessandrini, regista, che sposa il 3 ottobre del 1935 • «Ho trovato sempre uomini, come definirli? Carucci. Dio: si piange anche per quelli carucci, intendiamoci. Ma son lacrime da mezza lira. Incredibile a dirsi, il solo uomo per cui non ho pianto lacrime da mezza lira resta mio marito: Goffredo Alessandrini. L’unico fra quanti ne ho conosciuti che stimi senza riserve e al quale sia affezionata. Quando lo vedo provo sempre un’immensa tenerezza» • Goffredo Alessandrini, uno dei registi più celebri d’Italia, ricchissimo di famiglia, affascinante, cosmopolita, bellissimo • Dopo qualche mese nello studio di via Margutta di Alessandrini, il 26 aprile del 1936 la coppia va a vivere a viale Parioli 44, al quarto piano di una palazzina nuova di zecca. Guadagnava bene e in casa teneva una domestica fissa e un’altra a ore, era ricevuta nei più bei salotti romani, poteva comprarsi tutti gli abiti, i mobili, la biancheria che voleva • Alessandrini però era un donnaiolo, e la tradiva in continuazione. E lei, che invece era fedelissima, si infuriava • Amava i cani: aveva una coppia di bassotti, un setter bianco e nero • Nel 1939 si trasferisce con Goffredo in via dell’Amba Aradam, al 48. Grande terrazza e tre bagni, che ad Anna piacciono molto • Con lei vive anche un ghepardo, che Goffredo le ha portato dall’Africa: dura pochi mesi, spaesato, irritato dalla prigionia in un appartamento, frastornato dalle passeggiate che faceva con Anna a via Veneto, un giorno tenta la fuga lanciandosi dal balcone e ne muore • Nel 1939 Anna torna al teatro e ricomincia a recitare • Poco dopo Goffredo mette incinta Regina Bianchi, giovane attrice diciannovenne, e lascia Anna • Anna torna a teatro, fa rivista con Totò • A Roma si sposta con una carrozzella guidata da una cavalla, Banana (non c’è più benzina per via della guerra). E inizia una storia con Massimo Serato, di nuovo tra amore e litigi. Lei ha 33 anni, lui 24. Anna è gelosissima, e fa scenate pazzesche • «Quando Anna s’infuriava era capace d’ogni gesto, d’ogni parola, anche le più sgradevoli. Se non trovava un libro, era capace di accusare Massimo d’averglielo rubato, d’essere un profittatore, un ladro [...] Quando s’arrabbiava impallidiva, immobile, tremante, furiosa, per poi scatenarsi in un mare di urla» • Fino a quel momento Anna, al cinema, ha solo avuto piccole parti. Luchino Visconti a volerla in un suo film, Ossessione. Ma Anna è rimasta incinta e deve rinunciare: suo figlio Luca nasce il 23 ottobre del 1942. Si chiama Luca Alessandrini anche se è figlio di Serato perché, nonostante il marito l’abbia lasciata, per la legge può portare il suo cognome. Mentre non possono portarlo le due figlie che ha avuto da Regina Bianchi, a meno che Anna non dia il suo consenso. E Anna glielo rifiuta • Massimo Serato è una vera passione per lei. Non vivono insieme, ma lei lo ama moltissimo • Intanto c’è la guerra, Roma viene bombardata, poi occupata, ma Anna continua a fare rivista con Totò, poi, dopo la liberazione, con due giovani autori, Garinei e Giovannini. Sono grandi successi • Un giorno le si presenta Sergio Amidei per proporle la parte in un film che voleva girare di lì a qualche settimana. Avevano pensato alla Calamai per il ruolo da protagonista, ma era impegnata. Anna si informa su chi è il protagonista maschile. «Fabrizi». «N’artra volta?» (Anna non lo sopportava). E quanto lo pagavano, chiede? «Mezzo milione». «E allora perché a me solo quattrocento mila lire?». Accetta il ruolo, il film si chiamerà «Roma città aperta», la regia sarà di Roberto Rossellini • La sera prima di iniziare a girare, il figlio Luca si sente male. Anna lo porta in ospedale: è poliomelite • Intanto iniziano le riprese del film. Con Serato ormai è finita, ma lei gli chiede di andarla a trovare sul set, per un incontro conclusivo. Quando lui arriva, lei deve girare una scena e gli chiede di aspettarlo venti minuti. Dopo un’ora lui decide di andarsene. Anna, che ha appena finito, lo vede allontanarsi con la macchina e inizia a corrergli dietro: «Frocio, magnaccio, disgraziato...» Tutto inutile. Amidei, che assiste alla scena, ha un’idea per il film: invece che far morire Anna in mezzo alla folla, uccisa casualmente da un colpo di mitra dei tedeschi, propone a Rossellini di farle inseguire il camion tedesco che porta via il marito, e farla morire sotto i colpi di una raffica di mitra mentre cerca di raggiungerlo • Dopo il film lei e Rossellini si innamorano. Anna è ancora scossa per la malattia di Luca, a Roberto è appena morto Romano, il figlio di otto anni. un amore grande, anche questo fatto di litigi continui. Lui non sopporta di starle lontano, minaccia di buttarsi dalla finestra. La prima volta lei si rompe tutte le unghie per fermarlo. Poi impara, e la seconda volta gli dice «Buttete un po’» • «Caro signor Rossellini, ho visto i suoi film Roma città aperta e Paisà e li ho apprezzati moltissimo. Se ha bisogno di un’attrice svedese che parla inglese molto bene, che non ha dimenticato il tedesco, non si fa quasi capire in francese, e in italiano sa dire solo "Ti amo", sono pronta a venire in Italia a lavorare con lei. Ingrid Bergman» (telegramma dall’America ricevuto da Rossellini il giorno del suo compleanno, l’8 maggio del 1948) • Intanto Anna aveva girato una prima parte di un dittico, intitolato Amore, con Rossellini. Le mancava un secondo pezzo e a nessuno veniva un’idea. Fellini, che lavorava con Rossellini, una sera le propose questa storia: una puttanella aggressiva e sentimentale che passa un’intera notte chiusa nel bagno d’una lussusuossima villa, mentre il celebre divo che l’aveva caricata in macchina per disperazione si riappacifica con l’amante. Dal buco della serratura di questo bagno guarda il divo e la sua amante che fanno l’amore (diventerà poi Le notti di Cabiria). E Anna: «A Federì, ma ti pare che una come me si fa chiudere nel cesso da uno stronzo d’attore?» • Intanto Rossellini è a New York per ritirare un premio per Roma Città Aperta e conoscere la Bergman. Anna annusa che la cosa potrebbe prendere una brutta piega. Continua a fare film, ma arriva sul set non prima delle undici (una clausola che tutti i produttori che la volevano dovevano inserire nel contratto), stanca dalle notte insonni, passate a soffrire per Rossellini, con gli occhi scavati, il visto emaciato • «Un seno questo? Du’ caciocavalli. E la panza? Sempre gonfia, guarda qua, su ’ste gambette da rachitica: ’na patata infilata su du’ stecchini» • Rossellini e la Bergman se ne vanno a Stromboli per girare il film. Anna decide di girare con Dieterle Vulcano, a Salina, proprio davanti alle Eolie, dove stanno Roberto e Ingrid • Quando esce Vulcano, nessuno ne parla. Proprio quel giorno la Bergman ha dato alla luce il figlio di Rossellini • Nel 1950 lei e Alessandrini si separano formalmente • Sul set del film Bellissima di Luchino Visconti ha una storia con un’elettricista, Ezio Lavoretti, che dura un anno. Il film non incassa molto e Anna si deprime. Decide di tornare alla rivista, ma anche "Chi è di scena" va malissimo, arrivano persino dei fischi • Quando vince l’Oscar, il 22 marzo del 1956, lo viene a sapere per telefono, da un giornalista dell’Associated Press. Sta dormendo, sono le sei di mattina. Vuole controllare e chiama Vieri Niccoli, il capo delle Pubbliche relazioni della Paramount in Italia. Anche Niccoli sta dormendo, ma fa un paio di telefonate e richiama la Magnani: «Ma Niccoli! Ho vinto l’Oscar!» esclama lei. Sono quasi trent’anni che a vincere la statuetta come miglior attrice sono solo americane • «Non ho mai potuto fare a meno di far seguire il nome della Magnani da un punto esclamativo» (Tennessee Williams) • Anna, che era solita andare a cena fuori con Tennessee Williams, chiedere al ristorante gli avanzi, e poi girare per il centro di Roma a distribuire il cibo ai gatti randagi • Non va a Hollywood a ritirare il premio per scaramanzia. Le altre candidate sono: Susan Hayward, Katharine Hepburn, Jennifer Jones, Eleanor Parker • «Me sa che fotografarlo porta male» (Anna, ai reporter quando le chiedevano di poter fotografare l’Oscar che lei teneva sul camino) • Anna andava sempre in America in nave, perché aveva paura dell’aereo • In America gira un film con Anthony Quinn e diventa l’amante di Anthony Franciosa. Quando torna in Italia continuano a scriversi per quasi un anno. Lui aveva 30 anni, lei 50. Poi lui divenne l’amante di Marisa Merlini • Anna lavora pochissimo. Fa un altro film in America con Marlon Brando, rifiuta la Ciociara per via di Sophia Loren. Vive bene, alla fine degli anni Sessanta ha circa ventidue appartamenti e altri soldi investiti in modo diverso. Ma non lavora • Torna a teatro con Zeffirelli, nella Lupa di Verga, ed è un gran successo, poi un film per la tv, 1870, con Alfredo Giannetti, un altro successo • Sta male, l’intestino e la bocca dello stomaco la fanno impazzire di dolore. Va a farsi visitare, ma nessuno la prende sul serio: è sempre stata ipocondriaca. Alla Mater Dei però scoprono che ha un tumore al pancreas e non c’è più niente da fare. Muore il giorno prima la messa in onda dell’ultimo episodio del film per la tv alla Mater Dei • Funerali a Santa Maria della Minerva, una folla spropositata a salutarla • «Sono una stronza, dovevo nascere contadina dell’agro romano, fare tredici figli, sì, scodellare tredici figli a mio marito e ogni volta che aprivo bocca, quello mi riempiva la faccia di schiaffi. Questo era il personaggio mio, per essere vera con la mia natura. E dovevo fare così. Invece mi sono messa a fare l’attrice, sono diventata Anna Magnani e sono stata un’infelice per sempre» (a Franco Zeffirelli, pochi anni prima di morire)