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 2010  giugno 01 Martedì calendario

IL SORPASSO DI APPLE SU MICROSOFT: LA VITTORIA DELL’INTRATTENIMENTO

Apple 3 la vendetta: potremmo titolare così il terzo episodio del lungo duello fra Microsoft ed Apple per la corona di peso massimo della tecnologia dell’informazione e della comunicazione. La prima fase – dalla metà degli anni Settanta alla metà degli anni Ottanta – vede la nascita e l’ascesa delle due imprese, con Microsoft che si avvantaggia quasi subito sul rivale grazie al genio commerciale di Bill Gates; la seconda – dalla fine degli anni Ottanta a pochi anni fa – vede il declino della Apple, che arriva a rischiare il fallimento per poi risalire la china sotto la guida di Steve Jobs (prima cacciato e poi richiamato come salvatore); infine la terza fase, iniziata con il lancio dell’iPod, culmina con il recente «sorpasso» della Mela ai danni del concorrente (222 contro 219 miliardi di dollari secondo Wall Street).
L’interesse di questi passaggi di testimone fra colossi della tecnologia non è tuttavia prevalentemente economico, né, tanto meno, riguarda la sfida fra leader (Bill Gates ha lasciato nel frattempo la guida di Microsoft). Il vero punto è che simili eventi riflettono spesso un salto evolutivo nella natura stessa dei prodotti tecnologici, ma soprattutto nelle modalità con cui essi vengono utilizzati; si tratta, dunque, di svolte socio-culturali più che tecnico-economiche. Microsoft scalzò Ibm dal trono perché fu la prima a capire che le tecnologie informatiche sarebbero presto approdate sulle scrivanie di ogni segretaria e impiegato, generando un’enorme domanda di software facile da usare.
Se oggi Apple sorpassa Microsoft, è perché i suoi prodotti – iPod, iPhone, iPad – rispondono alle esigenze di comunicazione e intrattenimento del consumatore, più che a quelli del lavoratore: il mercato delle attività ludiche si espande, quello delle attività lavorative è saturo. Non meno significativo il fatto che, secondo gli esperti, negli anni a venire il vero rivale di Apple sarà Google (cioè un’impresa che fa quattrini con la pubblicità, allontanandosi ancor più dal «nocciolo duro» dell’industria tecnologica). I tempi cambiano, ma una cosa resta immutata: sia Apple che Google sono sotto le lenti dell’antitrust, come già era capitato a Microsoft. Crescere troppo fa bene alle tasche, ma ispira cattivi pensieri.
Carlo Formenti