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 2010  giugno 01 Martedì calendario

LETTERA - ANGELO RIZZOLI E IL CORRIERE, ATTO SECONDO

Gentile direttore, Non intendo trattare in questa sede la causa promossa dal dottor Rizzoli davanti al Tribunale di Milano, ma si impone una telegrafica replica alla Sua «comparsa di risposta» (chiamo così il Suo scritto apparso domenica 30 maggio, perché mi sembra che Lei risponda più alla citazione che alla lettera del dottor Rizzoli).
Un solo punto mi preme sottolinearLe, evidentemente sfuggito anche ad un giornalista acuto ed indipendente quale, indubbiamente, Lei è: del versamento di 150 miliardi nelle casse della Rizzoli da parte de La Centrale, per la sottoscrizione dell’aumento di capitale, non esiste la minima (non dico, documentazione bancaria, ma) traccia scritta. Si trattava, gentile Direttore, di 150 miliardi del 1981, mentre esistono sentenze passate in giudicato ( in primis, quella del Tribunale di Milano sul crack del Banco Ambrosiano, ma anche di Corti estere) che raccontano per filo e per segno come una somma analoga (in dollari) uscì dal Banco, il giorno dopo la sottoscrizione dell’accordo per la ricapitalizzazione della Rizzoli, per finire integralmente – sottolineo, signor Direttore, integralmente – nelle tasche del trio BLU (Bruno Tassan Din, Licio Gelli, Umberto Ortolani). Tutto qui: del resto si parlerà nella competente sede, e quindi anche del comunicato Ansa che tanto L’ha colpita (eppure solo pochi giorni fa il Suo quotidiano ricordava la «confessione» di Slansky di aver complottato contro il proletariato...).
Ps. Sono certo che non occorre invocare la legge sulla stampa perché questa mia sia pubblicata.
Romano Vaccarella

Gentile avvocato, Speravo mi riscrivesse il suo assistito, Angelo Rizzoli.
Che fa, il mio amico Angelo, si è stufato, dopo tante interviste, di perorare la sua causa? Non le rispondo con una comparsa (non ho clienti né committenti) ma semplicemente ricordandole che il versamento del famoso aumento di capitale della Rizzoli da parte del Banco Ambrosiano risulta dall’istanza di ammissione all’amministrazione controllata firmata dal suo assistito. Gliel’hanno estorta la firma? Lo dica. E risulta anche dalla relazione bimestrale del commissario Guatri del 20 gennaio 1983 e dalla relazione del collegio sindacale al bilancio del 31 dicembre 1981 della Rizzoli editore. Tutti visionari e corrotti dai poteri forti? Se poi queste somme o anche altre, dopo essere entrate nelle casse della società, sono finite nelle tasche degli amici di Rizzoli, Gelli, Ortolani e Tassan Din, ciò è avvenuto quando il suo cliente era presidente in carica della società. Distratto? Andiamo, avvocato.
Ps. Sull’argomento è intervenuto ieri sul Giornale anche il mio amico Vittorio Feltri. Confessa candidamente di non aver mai capito un accidente della vicenda. Confermo ( f. de b.)
Lettera di Romano Vaccarella
Risponde Ferruccio De Bortoli