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 2010  giugno 01 Martedì calendario

ANIMALI, L’ANSIA NEL GRUPPO SI COMBATTE GRATTANDOSI

Molti sono gli animali che vivono in gruppo, sia perché le risorse di cui necessitano non sono distribuite uniformemente nell’ambiente e perciò, dove queste s’accumulano, devono concentrarsi anche gli animali, sia perché la vita in società determina differenti vantaggi. Per esempio, se si è prede collaborando ci si può difendere meglio, oppure, se si è predatori, si può organizzare una predazione di gruppo. Ma la vita sociale può anche dimostrarsi ansiogena e stressante, perché – come del resto ben sappiamo noi umani che siamo socialissimi – lo stare insieme genera spesso comportamenti competitivi o addirittura aggressivi.
Un gruppo di ricercatori italiani del Cnr e dell’università di Liverpool, Eugenia Polizzi di Sorrentino, Gabriele Schino, Elisabetta Visalberghi e Filippo Aureli, ha pubblicato su Animal behaviour i risultati di una ricerca dove si dimostra che i cebi dai cornetti, intelligenti scimmie sudamericane, sono in grado di diminuire la tensione ansiogena all’interno del gruppo mediante una pratica, il grooming, da noi conosciuto come lo «spulciamento sociale». A queste scimmie, studiate in cattività, il pasto veniva sempre distribuito alla medesima ora. Ciò ne aveva fatto un appuntamento noto e atteso, ma proprio per ciò ansiogeno per la prevedibile competizione per la risorsa. Ed ecco allora aumentare significativamente, nella mezz’ora precedente il pasto, le attività di grooming.
Utilizzato come strumento di prevenzione del conflitto – fanno notare gli autori – il grooming era finora stato osservato quasi esclusivamente nelle scimmie antropomorfe e si supponeva fosse legato alla capacità di pianificazione di eventi futuri. Poiché i cebi presumibilmente non hanno capacità cognitive così elevate, lo studio potrebbe suggerire che non sia necessario ricondurre a strategie così raffinate le pratiche di prevenzione dei conflitti.
Viene inoltre rilevato che, nonostante l’efficacia del grooming nel diminuire il rischio di future aggressioni, per qualche motivo i cebi non selezionino gli individui più appropriati da «strigliare» come, per esempio, quelli più aggressivi. «Siamo probabilmente di fronte’ commenta Eugenia Polizzi di Sorrentino’ ad un effetto da "notte prima degli esami", dove i cebi sembrano reagire all’ansia come gli studenti prima di una prova difficile».
La capacità di gestire situazioni conflittuali ansiogene è effettivamente importante per ogni animale sociale, e se le scimmie si servono del grooming, i lupi attenuano le tensioni interne al gruppo scatenandosi in giochi che allegramente coinvolgono tutta la muta. Le attività ludiche, che nella maggior parte delle specie sono limitate al periodo dell’infanzia, in qualche caso infatti si prolungano, e assai utilmente, anche nella vita adulta. Quanto avviene nei lupi, del resto, abbiamo modo di verificarlo quotidianamente nei nostri cani, sempre pronti a giocare inseguendo la pallina da tennis che noi gettiamo loro. D’altronde, in animali fortemente gerarchizzati come sono i lupi, dove le durezze imposte dallo stato sociale si fanno sentire, risulta forte la necessità che la muta sia comunque coesa e non turbata da conflitti interni. Ciò, ovviamente, per il buon esito della predazione. Ed ecco allora che il gioco sociale diviene essenziale proprio in quanto assume una mirata funzione coesiva, esattamente come avviene con il grooming dei primati.
Danilo Mainardi