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 2010  giugno 02 Mercoledì calendario

IL DISTURBATORE

Una folle giornata con Paolini
Gabriele Paolini, il noto disturbatore della tv, non può più risiedere a Roma. Questa è la misura cautelare alla quale è stato sottoposto dal Gip Giovanni Ariolli per aver spintonato la giornalista di Raitre Francesca Lagorio durante la diretta del 17 aprile e per aver urlato insulti al Papa. Appena la notizia diventa pubblica proviamo a rintracciarlo, ma il suo cellulare per tre giorni sarà spento. Poi, la sera del 23 maggio, si rende disponibile a un incontro per il giorno successivo, ma fuori dalle mura di Roma. Non vuole rischiare l’arresto: «Non tanto per me, quanto per i miei genitori che sono anziani».
L’appuntamento è per le 9 del mattino appena fuori dal Grande Raccordo Anulare. Prima di iniziare l’intervista però dovremo aspettare che Paolini risolva una questione: a casa dei suoi genitori si è presentata di buon’ora la Polizia per notificargli un ordine di comparizione in Questura per il 26 maggio. Gli agenti dichiarano di non poter notificare l’atto ai genitori, ma di doverlo incontrare per forza. Lui, che teme un tranello e non vuole essere arrestato, gli da appuntamento per le 12.30 al Commissariato di Tivoli. Una scena surreale, considerando che Gabriele Paolini in sedici anni ha raggiunto quota 30 mila incursioni televisive, certificate anche dal Guiness dei Primati fin dal 2002. «Confido nella giustizia e negli avvocati Lorenzo La Marca e Massimiliano Kornmuller che mi stanno difendendo. Presto si risolverà tutto».
Se così non fosse? Per quanto tempo non potrà entrare a Roma?
«I miei legali mi hanno detto che potrebbe essere al massimo per un anno». Dove vivrà?
«Sono ricco di famiglia e posso disporre di diverse case in Italia. Ma non voglio lasciare Roma. Qui ci sono i miei genitori e il mio fidanzato Robert».
Lei ha 36 anni. Che cosa c’è scritto sulla carta d’identità alla voce professione? «Artista. Mi piace definirmi "l’arlecchino della Tv, l’Arsenio Lupin catodico"».
Come fa a mantenersi?
«Ho diverse entrate. Le basti pensare che in questi anni importanti reti tv mi hanno versato 130 mila euro».
Come risarcimento? «Assolutamente no. Spesso sono proprio loro a commissionarmi l’azione di disturbo. E i soldi me li danno sempre in nero. Poi guadagno dal mio lavoro di attore e regista porno, dai libri che pubblico...». Cosa pensa la sua famiglia di quello che fa?
«Papa è un generale dell’esercito, mamma una cantante lirica. Oggi sono loro i miei confidenti. Credo che sappiano anche quanti rapporti sessuali ho in una settimana. Anche se in passato ci siamo scontrati duramente. Ho persine querelato papà».
Per cosa?
«Per avermi schiaffeggiato davanti a mamma. Il giorno dopo ritirai il tutto perché mamma si sentì male».
Quando ha confessato a casa di essere gay?
«Papa l’ha scoperto durante le visite mediche dei tre giorni. Dissi allo psicologo che non vedevo l’ora di essere in caserma con tutti quegli uomini intorno e lui corse a riferirlo a papà che era il Generale della caserma».
Quante denunce ha collezionato nella sua carriera di disturbatore?
«Circa 200 processi di cui 50 ancora in essere. Spendo moltissimo in avvocati, ma mi ritorna tutto in popolarità. Basti pensare che ho solo la terza media, ma le Università mi chiamano per tenere delle lezioni agli studenti».
Perché non si è mai candidato in politica?
«Me l’hanno offerto, ho sempre rifiutato. Nella vita si vendono due cose: il corpo e il cervello. Il mio cervello è sacro».
E il corpo?
«Faccio pagare le mie prestazioni sessuali. Io però non pago mai quando salgo sull’autobus e viaggio sul treno. E appena sale il controllore mi faccio multare. Ho 30 mila euro di multe non pagate».
Qual è il messaggio cui tiene di più?
«Dal 29 maggio girerò l’Italia con la mia onlus per promuovere una battaglia contro pedofili e stupratori. Sono stato violentato da un prete quando avevo 15 anni e so cosa si prova. Per questa gente chiedo la pena di morte, l’ergastolo e la castrazione chimica».
Lasciamo Paolini nella Piazza di Tivoli per andare all’appuntamento con le forze dell’ordine. Ma quando vede un po’ di gente non rinuncia a fare il suo show. Si toglie la camicia, si butta nella fontana e inizia a raccontare alla gente di essere stato cacciato da Roma. Per la cronaca: per una buona mezz’ora, proprio quando discuteva al telefono con gli agenti di Polizia che gli volevano consegnare la notifica incontrandolo nella casa dei genitori, Paolini si trovava all’interno della zona che gli è interdetta. Perché capire quali sono i confini del Comune di Roma, anche per uno attento come lui, è difficile.