Lucia Esposito, Libero 30/5/2010, 30 maggio 2010
QUEL BUCO NELLA MUTUA PER ECCESSO DI VIAGRA
Per noi giornaliste la notizia è che parecchi colleghi maschi da soli non ce la possono fare. Ma dietro questa che per molte è solo una sconcertante conferma c’è un buco drammatico: quello nei conti della Casagit, la mutua privata dei giornalisti che avrebbe sborsato parecchio danaro per garantire prestazioni sessuali gratificanti a molti nostri colleghi. Per non andare in bianco molti giornalisti hanno mandato la loro mutua in rosso. Nessuno in Casagit conferma ufficialmente il dato, ma pare che i rimborsi superino il milione di euro. Nessuno dà cifre ufficiali, ma tutti ammettono che ci sono verifiche in corso e «fondati sospetti» per indagare su un uso quanto meno ”allegro” delle costose pillole del sesso in tutt’Italia.
RICHIESTE ANOMALE
Funziona così: il cronista ha disfunzioni erettili (o vuole solo assicurarsi prestazioni sessuali eccellenti), il medico prescrive il Cialis o il Viagra, lui va in farmacia, lo compra ipotecando la sua felicità e l’appagamento della moglie/compagna/amante poi presenta il conto alla Casagit. E Pantalone paga. Da indiscrezioni risulta che la maggior parte dei giornalisti richiedenti ha meno di quarant’anni (le statistiche sull’età media dei consumatori parlano, invece, di uomini che hanno superato il mezzo secolo). Se fosse accertato, il dato è doppiamente preoccupante: vuol dire o che la nostra professione è ”sessualmente logorante” oppure che tra le innumerevoli pratiche di rimborso presentate alla Cassa dei giornalisti si nasconde dell’altro: c’è addirittura chi azzarda l’ipotesi di un ”mercato parallelo” delle pillole dell’amore. Il sospetto, tutto da provare, è che dietro le eccessive richieste di rimborso non ci sia solo l’assurda pretesa di scaricare sulla Casagit il costo di un’allegra vita sessuale. Su questo ma anche su altre richieste anomale di rimborso la Casagit intende fare presto chiarezza per risanare la voragine nei conti (intanto, da quest’anno le pillole dell’amore non sono più rimborsabili). Non sarà facile distinguere tra chi fa sesso felice a spese della mutua dei giornalisti e chi invece fa uso di questi farmaci perché affetto da patologie serie. Di mezzo c’è la privacy e certamente non è semplice ficcare il naso in faccende così intime. L’Agenzia del Farmaco ha stabilito la prescrizione a carico del Servizio sanitario nazionale solo «a pazienti con lesioni permanenti del midollo spinale e compromissione della funzione erettile». In Toscana il rimborso è previsto anche in altri casi. Con una delibera del 4 dicembre 2006 la Regione ha stabilito di distribuire i farmaci a base di sildenafil, vardenafil e tadalafil gratuitamente e direttamente tramite le aziende sanitarie, previa prescrizione medica, sia ai pazienti medullolesi che a quelli operati di prostatectomia radicale.
LA TOSCANA
Solo in Toscana gli uomini che hanno lesioni midollari o che hanno subìto un intervento alla prostata potranno farsi prescrivere gratuitamente questi farmaci da urologi, andrologi e dagli specialisti delle Unità spinali dipendenti dal Servizio sanitario regionale, sulla base del programma terapeutico. Non c’è nessuna scappatoia: o il medico certifica il falso (commettendo un reato penale) oppure chi chiede un rimborso ne ha effettivamente bisogno. Gli altri, il piacere se lo devono pagare di tasca propria al costo medio di dieci euro a pillola. Tutti ma non i giornalisti. «Chi non lavora non fa l’amore», cantava anni fa Adriano Celentano. A giudicare dalla pioggia di richieste di rimborso per Cialis e simili caduta negli ultimi anni sulla Casagit, parecchi giornalisti si danno un gran da fare. A letto più che in redazione.