Maurizio Crosetti, National Geographic Giugno 2010, 1 giugno 2010
La felicità in un pallone ” Alle quattro del pomeriggio, in pieno inverno, il sole s’impigliava per un momento dentro la rete della porta, come un enorme pesce palla prigioniero, prima di inabissarsi
La felicità in un pallone ” Alle quattro del pomeriggio, in pieno inverno, il sole s’impigliava per un momento dentro la rete della porta, come un enorme pesce palla prigioniero, prima di inabissarsi. La rete era tutta strappi. Un chiodo arrugginito la teneva insieme al pezzo di legno sbrecciato che chiamavamo traversa. Portavamo maglie enormi, e il numero da calciatore, in plastica, era tenuto insieme alla stoffa con strani bottoni. Le scarpette da pallone avevano le stringhe lunghe: si giravano infatti due volte sotto le suole. Il piede così costretto, quasi soffocato, sentiva di possedere una sofferente sensibilità. Eravamo tutti Gigi Riva, e i più bravi Rivera. In porta, l’introvabile Pizzaballa oppure Massimo Piloni. Zoff ci accompagnava dall’alto come un dio, come un soffio di vento, Zofffffffffff. Non c’era erba, sul campo, mai. Invece era pieno di buche, e di sentieri sassosi come nelle gite della parrocchia, quando sull’ autobus si vomitava anche l’anima e poi, una volta arrivati, si mangiava la Simmenthal. Non c’erano neanche le righe di gesso per segnare il campo: il territorio si indovinava, i confini erano deboli e fragili. Tutto lo sarebbe stato, da lì in avanti. I campetti sotto il campanile, vicino alla scuola materna, dietro i tralicci della centrale elettrica. Quelli appena fuori del paese, oltre il nodo della tangenziale. Le pozzanghere, il fango. Gli spettatori in piedi, tutti padri o nonni o zii, tutti parenti dei grandi atleti di anni undici. Attento a quando il pallone scende, la valvola per gonfiarlo fa male se vai deciso di testa. E se piove, sperare nel rimbalzo più lontano. La partita è un grande rumore confuso, lo sciame rosso insegue il pesce palla e tu sei lontano, terzino destro, in attesa. Darai un calcio forte e deciso, e l’aria schioccherà. Il collo del piede farà un po’ male, dopo. Quanto tempo dura, e per quanto tempo, il pomeriggio? Adesso è già estate e il sole sempre lì, impigliato nella rete, ardente. Il campo sa di polvere e vento. L’acqua della fontana è fresca, bianca, benedetta. Si beve fino a sfinirsi, il cuore impazzisce. il giorno più bello della tua vita. ******* Maurizio Crosetti, inviato del quotidiano la Repubblica, scrive di sport e altro. In Sudafrica seguirà il suo sesto Campionato del mondo di calcio.