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 2010  giugno 01 Martedì calendario

I SAFARI LINGUISTICI DI OREGGIA

Ma come diamine scrive Vittorio Oreggia di Tuttosport? Ce lo chiediamo da anni, e una risposta non siamo ancora capaci di darcela. Certo, egli fa parte di quella vasta schiera di giornalisti che hanno il merito di non avere mai preso nemmeno un caffè con Luciano Moggi, e sarà questo che lo spinge a sentirsi un maestro di stile. convinto che per scrivere bene bisogni complicare le cose semplici. Anche grazie a ciò l’hanno fatto vicedirettore del quotidiano sportivo torinese. Nell’edizione del 24 maggio, Oreggia ha scritto questo limpido attacco di pezzo dal ritiro preMondiale azzurro del Sestriere: ”Nella mattina assolata del raduno azzurro, che è un po’ come il primo giorno di scuola, tra le incertezze programmatiche di Marcello Lippi, uno status professionale sostanzialmente fisiologico, s’insinua una sicurezza pressoché matematica (…)”. Incertezze programmatiche, e uno status sostanzialmente fisiologico con sicurezza pressoché matematica. Proviamo a tradurre: Lippi non riusciva a stilare il programma tecnico di giornata perché gli scappava continuamente d’andare al cesso? Naturalmente ogni altra interpretazione sarebbe valida, ché quando ci sono di mezzo gli scritti di Oreggia bisogna farsi aruspici. Fra l’altro, egli ha la passione per la parola ”safari’. La usa ogni volta che può, e con una costante: sempre a sproposito. Eccone l’ultimo esempio, dall’edizione del 31 maggio. In un commento dedicato all’investitura di Cesare Prandelli alla guida della Nazionale, egli ha così scritto: ”E, forse, per rifondare una squadra non c’è davvero nessuno meglio dell’ex tecnico della Fiorentina, per un pezzo vicinissimo alla panchina della Juventus, per un po’ ostaggio del club viola, in assoluto una persona onesta, pulita, di buon carattere. Lui con i ragazzi è bravissimo, un allenatore papà, un safarista di talenti: ergo, buon lavoro”. Già, soprattutto perché il povero Prandelli, in Nazionale, si troverà davanti Oreggia e i suoi non-sense a ogni raduno. E certo sarà anche per effetto della presenza di Oreggia che di non-sense abbondino le colonne di Tuttosport. Vedere i pezzi di Gianni Lovato per credere . L’ultimo, quello pubblicato nell’edizione del 31 maggio, era dedicato al mercato della Juventus e si apriva così: ”Strana sorte quella di Bonucci e Ranocchia: da gemelli a rivali. A Bari sembravano una cosa sola, a Torino ne arriverà uno solo”. No comment. Per chiudere anche il sito del quotidiano sportivo torinese pare ormai irrimediabilmente contagiato. Nella giornata di ieri due dei link in homepage erano titolati con mirabili giochi di parole. Il primo, ospitato anche nelle pagine del giornale, riguardava la possibilità che la Juventus prenda l’ala serba Krasic del CSKA. Titolo: ”Ala in serbo’. Geniale, vero? A esclusivo uso degli utenti del Web c’era invece l’interrogativo sul futuro di Giovinco: ”Ciaovinco?’. E in Gazzetta, vi chiederete, nessuno rivaleggia? Certo che sì. Nell’edizione del 31 maggio un pezzo di Massimo Cecchini su Antonio Di Natale iniziava così: ”Sopra di lui, la ”Via Lattea’ sembra avere lo sguardo severo di chi non tollera intrusi stravaganti con i pantaloncini corti. Totò Di Natale si guarda intorno e sente la neve di maggio del Sestriere, che si diverte ad affilare gli artigli sulla pelle nuda di chi guarda e di chi gioca”. Agghiacciante.