Paolo Pinto, Carlo Alberto. Il Savoia amletico, BUR Milano 1990 p. 157, 1 giugno 2010
NOTE SUL REGNO DI CARLO FELICE
Dispaccio in data 17 maggio 1831 dell’ambasciatore prussiano conte Schultz d’Ascheraden, relativamente al regno di Carlo Felice appena concluso: «Il principio assoluto di questo re era di non consentire alcun mutamento durante gli anni del suo regno. Tutto ciò che aveva una qualche apparenza di novità... gli era insopportabile... Carlo Felice era imbevuto di una sorta di suoperstizione religiosa, che il cielo l’avesse posto sul trono soltanto per opporsi alla marcia violenta del progresso». Pinto: «Il regno di Carlo Felice aveva fatto del Piemonte una delle regioni più arretrate d’Europa, non soltanto dal punto di vista economico e istituzionale, ma anche culturale». S’era affidato interamente al conte Filiberto Avogadro di Collobiano, detto perciò "le petit roi". Altre testimonianze di malcontento in 158. Per esempio, il conte di Pralormo, ambasciatore a Vienna, nell’agosto del 1830 in un dispaccio al de La Tour in cui parla della disorganizzazione morale e del fatto che tutto è tenuto insieme esclusivamente dalla paura: «Se dovesse venire il giorno in cui il governo sarà costretto a fare affidamento sui suoi sudditi, non troverà in quel momento (se le cose continueranno a procedere in questo modo) un solo braccio pronto a difenderlo».