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 2010  maggio 26 Mercoledì calendario

WOOL, LETTERE SENZA PAROLE

famoso per le grandi lettere stampate in nero sulla tela candida, o per le frasi scritte senza spazi tra una parola e l’altra, in modo da farle risultare quasi illeggibili. Christopher Wool, nato a Chicago nel 1955 e oggi tra i più quotati artisti contemporanei, aveva cominciato con questa tendenza in auge negli anni Settanta, quando si dipingeva la scrittura nel tentativo di smaterializzare l’opera d’arte e trasformarla in puro segno di comunicazione. Ma nelle otto grandi tele che Wool espone nella mostra inaugurata ieri presso la Gagosian Gallery di Francesco Crispi 16, dove resterà aperta fino al 30 luglio, la parola è scomparsa. I nuovi quadri sono frutto di un percorso che l’artista ha iniziato nel 2000, quando ha cambiato completamente il suo metodo di lavoro, introducendo fotografie riprodotte e ingrandimenti di quadri precedenti o di parte di essi famoso per le grandi lettere stampate in nero sulla tela candida, o per le frasi scritte senza spazi tra una parola e l’altra, in modo da farle risultare quasi illeggibili. Christopher Wool, nato a Chicago nel 1955 e oggi tra i più quotati artisti contemporanei, aveva cominciato con questa tendenza in auge negli anni Settanta, quando si dipingeva la scrittura nel tentativo di smaterializzare l’opera d’arte e trasformarla in puro segno di comunicazione.
Ma nelle otto grandi tele che Wool espone nella mostra inaugurata ieri presso la Gagosian Gallery di via Francesco Crispi 16, dove resterà aperta fino al 30 luglio, la parola è scomparsa. I nuovi quadri, presentati a Roma in anteprima, sono frutto di un percorso che l’artista ha iniziato nel 2000, quando ha cambiato completamente il suo metodo di lavoro, introducendo fotografie riprodotte e ingrandimenti di quadri precedenti o di parte di essi. In questo modo il dipinto, non più realizzato attraverso un processo diretto e spontaneo ma attraverso la mediazione della fotografia, finisce di essere un dipinto reale per diventarne piuttosto la rappresentazione.
«Sono più interessato a come dipingere piuttosto che all’oggetto da dipingere», ha detto Wool di recente. E infatti impiega un’ampia gamma di tecniche, dallo stencil al rullo, dallo sgocciolamento alla pittura spray. Sulla tela di lino imprime all’inizio con la serigrafia le immagini fotografiche di opere precedenti, ingrandimenti di dettagli o polaroid, poi li cancella con strati di vernice passati a larghissime pennellate fluide, oppure con la spatola. Il tutto in bianco e nero, i colori che ha sempre usato in prevalenza, ai quali adesso si aggiungono colpi di rosso o di ruggine. In alcuni casi le serigrafie di fondo sono interrotte da fasce di bianco verticale, in altri da grandi macchie di smalto gocciolante, come se l’artista volesse visualizzare dei vuoti di memoria in una storia stratificata di segni.
Lauretta Colonnelli