Marco Dolcetta, il Fatto Quotidiano 30/5/2010;, 30 maggio 2010
”IL JIHAD PORTER ALLA RIVOLUZIONE”
un buon telefilm ma discutibile, ”Carlos” presentato a Cannes e per 5 serate settimanali su Canal Plus in Francia. Buono in termini di regia, ritmo e attori; discutibile nel suo svolgimento, nell’appropr iazione della storia, quella di una deviazione della vita di un uomo: Ilich Ramirez Sanchez, detto Carlos - il suo nome di guerra - che non ha avuto il diritto di visionare. uno degli argomenti di Isabelle Coutant-Peyre, avvocato di Carlos diventata sua moglie. Ecco dunque un tuffo appassionato in vent’anni di terrorismo internazionale dagli anni 1970 agli anni 1990 e nella vita del figlio di un ricco avvocato comunista venezuelano, che studiò all’Univer sità Lumumba di Mosca. Convinto della giustezza della lotta palestinese si schierò con il Fronte Popolare di Liberazione Palestinese e si fece conoscere al mondo intero nel dicembre 1975, quale organizzatore ed esecutore della presa in ostaggio di 11 ministri dell’Opec a Vienna. Nel 1991, Carlos trova rifugio in Sudan. L’anno dopo, per la morte di due agenti della Direzione di controllo del territorio e di un loro informatore, avvenuta il 27 giugno 1975, un tribunale francese lo condanna in prima istanza all’ergastolo in contumacia. Il 14 agosto 1994, a Khartoum viene rapito, senza mandato di estradizione, da agenti segreti francesi su ordine del ministro dell’Inter - no Charles Pasqua. Condotto in Francia, è detenuto nella prigione di Clairvaux, a scontare l’er gastolo, ma non per questo meno combattivo: ”I militari della Jihad sono diventati l’avanguardia armata della guerra antimperialista. Le strutture del Jihad si espanderanno in tutto il mondo, per colpire con facilità tutti i paesi nemici. Altri rivoluzionari non islamici seguiranno il loro esempio. La liberazione della Mecca e della Medina sono gli obiettivi prioritari”. Le idee del terrorista sono le stesse di quando il Medio Oriente era la sua base ed era membro del Fronte popolare per la liberazione della Palestina di cui sarà poi il numero 2 nella rete europea. Il 30 dicembre 1973, prova ad ammazzare a Londra, Joseph Edward Sieff, proprietario di Marks & Spencer, vice presidente della Federazione Sionista della Gran Bretagna. L’inizio di una lunga e morbosa litania. Sfortunatamente, conosciamo il seguito. ”Sono come una belva nello zoo della mediatizzazione. Mi considero un resistente, un rivoluzionario di professione - nel senso leninista del termine e un quadro militare della resistenza palestinese - ma non sono in prigione per terrorismo. Sono stato condannato nel 1997 per l’omi - cidio volontario di 3 persone: fatto che contesto. Dunque sono un prigioniero comune. Le mie condizioni di carcerato sono quelle di tutti i prigionieri condannati a una lunga pena. Per dieci anni sono stato tenuto in isolamento totale, e ne sono uscito grazie a una decisione della Corte europea di giustizia. Chi ammiro oggi è Hugo Chàvez. Lui è la figura più significativa della storia venezuelana dopo Simon Bolivar. l’esempio, quasi unico, di rivoluzionario arrivato al potere per mezzo di elezioni. Le debolezze del suo regime si spiegano per l’assenza di una rivoluzione sanguinosa, la struttura del vecchio Stato è difatti restata parzialmente al suo posto, con i suoi funzionari e i suoi speculatori che rallentano o sabotano l’azione della rivoluzione. Sul piano geopolitico ha già fatto molto, la sua idea d’unione latino-americana è basata su piani di finanziamento economici, petroliferi e militari. Ha rimesso in discussione la sovranità dell’America del Nord su quella del Sud e ha rafforzato i sostenitori di un mondo multipolare. Sono quotidianamente in contatto con il mio paese. Scrivo articoli per la stampa dei movimenti delle Gioventù comunista del Venezuela, di cui sono membro d’ono - re, e del partito comunista venezuelano, sostengo anche, il parti- Una manifestazione degli oltranzisti islamici di Hamas ( FOTO ANSA) Ilich Ramirez Sanchez (FOTO LAPRESSE) to socialista unificato del Venezuela che raccoglie tutti i chavisti. Confido nell’aiuto della mia patria per essere liberato. Ma ci sono in Venezuela vecchi comunisti passati alla reazione che fanno di tutto perché io non lo sia. Si sistemerà! un affare di petrolio, ed è la Francia che ha bisogno del Venezuela, non l’opposto. Nel 1999 uno dei miei avvocati ha incontrato Chàvez quando è venuto in Francia. Chirac gli disse che sarei potuto rientrare in Venezuela quando gli affari giudiziari che mi riguardano sarebbero stati chiusi. Sono passati dieci anni e alcune indagini sono sempre in corso!”. A proposito di Obama Carlos sostiene: ” probabile che la sua amministrazione adotterà alcune misure sociali. I poveri vivranno un po’ meglio, ma fondamentalmente non cambierà nulla. Obama è un po’ come Kennedy ai suo tempi: è un uomo politico che ispira simpatia, ma è solo marketing, ed è per questo che è stato scelto. Negli Usa si viene eletti perché si ha abbastanza denaro per finanziare la migliore campagna elettorale. Ma da dove viene? Dai conti in banca dei capitalisti e dei sionisti. Questi hanno deciso di salvare il sistema americano per ciò gli hanno dato un nuovo volto: Obama, che non modifica il sistema. Obama non è stato eletto per fare la rivoluzione ma per far uscire gli Usa da una crisi e continuerà in modo diverso ciò che hanno fatto i suoi predecessori. In campo internazionale, sebbene in modo meno brutale, gli scopi resteranno gli stessi e continuerà la politica di Bush in Iraq, Iran, Afghanistan e in America latina…”. Dell’attuale ex Urss pensa che ”Putin sia un personaggio positivo. un uomo tirato su dal Kgb, significa che era stato programmato per appartenere all’élite dell’Urss e si trova oggi alla testa della Federazione Russa. Auspico che il suo progetto politico abbia successo, il mondo ha bisogno di una terza Roma, una Russia forte, che si solleva e svolge nuovamente il ruolo storico su tre pilastri ideologici: ortodossia, comunismo sovietico e panslavismo”. Delle affermazioni redatte da Carlos, è difficile dire quanto siano il frutto di informazioni di cui, malgrado la carcerazione, è venuto in possesso; e quanto, invece, derivino dal forte senso d’odio e vendetta che il terrorista ha sviluppato dopo i tanti anni di isolamento totale, fisico e psicologico.