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 2010  maggio 30 Domenica calendario

DIETRO LE QUINTE DEI FONDI UCITS

Un facile approdo a strategie di gestione tipiche degli hedge fund. questa la percezione che l’investitore ha nell’ascoltare le sempre più numerose presentazioni dei fondi comuni tradizionali che replicano strategie hedge, i cosiddetti fondi Ucits alternativi. Una facilità di accesso che deriva dalle soglie minime di ingresso, dalla presenza di una regolamentazione più stringente e una maggiore liquidabilità dell’investimento rispetto a quelle previste per gli hedge fund. Ma una rappresentazione veritiera e corretta del prodotto non può prescindere dall’evidenziazione delle modalitità di funzionamento e dei rischi specifici dell’investimento.
Con l’obiettivo di andare incontro alla domanda di liquiditàe trasparenza proveniente dagli investitori, i gestori hedge negli ultimi mesi hanno inondato il mercato con versioni Ucits dei loro hedge fund, spinti anche dalla preoccupazione che la stretta più volte annunciata dai regulator internazionali potrebbe limitare la commercializzazione dei loro prodotti offshore. Un fiume in piena alimentato anche dai gestori " tradizionali" che desiderano cogliere la maggiore libertà di azione offerta dalla direttiva Ucits, seppure entro limiti ben definiti, in termini di utilizzo dei derivati e della leva finanziaria del debito. Un trend che potrebbe stravolgere il panorama del risparmio gestito internazionale.
Al momento i circa 220 fondi Ucits III alternativi gestiscono circa 41 miliardi di euro; di questi 116 sono già autorizzati alla distribuzione in Italia, per circa 27 miliardi di euro in gestione. Dati che sottolineano la crescita di questo nuovo segmento che non conosce soste. Ultimo in ordine di tempo ad aver ottenuto l’autorizzazione è il fondo Permal Global Absolute Fund della casa d’investimento internazionale Legg Mason. Ma anche le piccole realtà italiane non stanno a guardare: dopo i risultati ottenuti con il fondo Proxima Dynamic Equity, la marchigiana Finlabo Sim in questi giorni ha avviato una nuova sicav, insieme a Casa4funds, con un comparto
long short su paesi emergenti e un altro
multistrategy.
A livello di strategie, il mondo dei fondi Ucits III alternativi si focalizza prevalentemente sugli stili di gestione più liquidi, anche per le restrizioni imposte dalla direttiva comunitaria. «Limitando l’analisi ai soli fondi Ucits III alternativi autorizzati al collocamento in Italia – afferma Stefano Gaspari, amministratore delegato di MondoHedge – si nota che la strategia più utilizzata è la long/short equity ( 28,4% del campione), seguita dalla global macro ( 13,5%) e dall’ equity market neutral
(9,5%)». E in termini di performance? «Nel primo quadrimestre 2010 – continua Gaspari- , a fronte di mercati azionari molto volatili, i fondi Ucits III alternativi long/short equity in euro hanno avuto un rendimento pari a +1,41%, mentre nello stesso periodo la performance degli hedge fund specializzati nel medesimo stile di gestione è stata di +3,03% in base all’indice CS/Tremont long/short equity in euro, con le borse europee che hanno chiuso a -1,97% secondo l’indice Dj Eurostoxx in euro». Tuttavia, se il guadagno degli Ucits III alternativi è stato decisamente ridotto rispetto a quello degli hedge fund in fase di rialzo, allargando la valutazione dei rendimenti ad un orizzonte temporale di 36 mesi, emerge la tendenza di questi prodotti a contenere maggiormente le perdite nei periodi negativi. «Negli ultimi tre anni – conclude Gaspari – gli Ucits III alternativi focalizzati sullo stile long/short equity in euro hanno registrato un progresso pari a 4,56%, a fronte del +3,66% degli hedge fund specializzati in strategie azionarie (in base al CS/Tremont Long/Short Equity Index in euro), mentre il mercato azionario europeo nello stesso arco temporale ha accusato una perdita del 32,83%». Risultati medi lusinghieri,che nascondono però un’ampia dispersione dei rendimenti tra i differenti prodotti e le diverse strategie presenti da almeno un triennio sul mercato (vedi tabella a lato).
Per il momento, quindi, i fondi Ucits alternativi sofisticati hanno offerto una buona combinazione di efficienza e trasparenza. Ma il vero banco di prova arriva adesso. Con il proliferare di prodotti, di strategie e, soprattutto, di attori che si lanciano nel nuovo business, il rischio è che qualcuno si muova fuori dal proprio campo di azione, senza cioè avere le competenze.