Massimo Gramellini e Carlo Fruttero, La Stampa 30/5/2010, pagina 88, 30 maggio 2010
STORIA D’ITALIA IN 150 DATE
17 agosto 1893
Fobia del forestiero
La cittadina di Aigues-Mortes, in Camargue, è uno dei gioielli architettonici di Francia. Perfettamente racchiusa dal quadrato delle sue non alte mura di pietra bianca, che un camminamento permette di percorrere per intero (sono 1600 metri), venne fondata da Luigi IX nel 1240 come cittadella armata e come porto di mare, da dove il re partì per la terza Crociata, perdendo la vita. Quando il mare si ritirò, lasciò intorno alla città vaste paludi (di qui il nome «acque morte») che divennero una delle maggiori risorse economiche della zona. Perché c’era il sale, il prezioso sale che prima dei frigoriferi permetteva la conservazione dei cibi. Candide distese a perdita d’occhio dove, nell’estate del 1893, centinaia di uomini seminudi, protetti solo da cappellacci a larga tesa, raccolgono gli accecanti cristalli nei loro panieri e li portano al magazzino centrale. Sono in gran parte italiani, piemontesi, costretti all’emigrazione dai cattivi raccolti, dall’aumento dei prezzi, dalla mancanza di lavoro. Stanno accampati sotto capannoni di frasche, pochi parlano il francese e sono pronti a vendere il loro lavoro a due terzi del salario (il sale era una forma di pagamento già in epoca romana) accettato dai lavoratori francesi, che naturalmente li disprezzano e li detestano. Non si sa esattamente che cosa scateni la prima rissa, ma saltano fuori coltelli, bastoni, sbarre di ferro e comincia la caccia all’italiano. Seguono due giorni di massacri nei quali i «macaronì» subiscono ogni genere di violenze. Il numero dei morti non sarà mai accertato, le paludi inghiottono molte vittime e i superstiti sono in sostanza dei clandestini «sans papiers», non identificabili. Si calcola che da trenta a cento italiens perdano la vita, sotto gli occhi di una gendarmeria poco efficiente e poco numerosa. L’eccidio ha una enorme risonanza. In molte nostre città, ma soprattutto a Roma, scoppiano disordini, manifestazioni, furibondi cortei di protesta. L’ambasciata francese nella capitale rischia la devastazione e soltanto l’esercito riesce a fermare i vendicatori. Il governo Giolitti viene rumorosamente invitato a pretendere una compensazione. E il governo francese si scusa, fa dimettere il sindaco di Aigues-Mortes, concede pochi franchi di risarcimento agli scampati, i quali vengono convogliati verso la frontiera e se ne tornano a piedi nei loro paesetti monferrini, ridotti alla mendicità. C’è anche un sottofondo politico, poiché l’Italia ha da poco stretto un’alleanza con Austria e Germania, la cosiddetta Triplice, molto mal vista nella Parigi antiprussiana di allora. Morti per la Triplice? Ma quei miserabili migranti nemmeno sapevano che esistesse. Cercavano pane e lavoro marciando verso quella perla bianca. Hanno trovato l’amaro sale della fobia per il forestiero.