PIERO SORIA, MAX CASSANI, La Stampa 30/5/2010, pagina 22, 30 maggio 2010
CAMPING ECOLOGICO (2 ARTICOLI)
Il campeggio riciclabile: ecco la novità che arriva da Francia e Inghilterra. «Sapete quanto costa smantellare una vecchia roulotte o sfasciare una mobil-home decrepita, entrambe costruite con i materiali di un tempo? - dice Jean Guy Amat, vice presidente della Camera di Commercio di Béziers, centro nevralgico del turismo da spiaggia del sud-ovest francese -. A seconda della grandezza, da 500 a 1500 euro. Eliminando completamente la plastica assieme a tutto ciò che non è biodegradabile e usando solo legno (anche per le coibentazioni), vetro, zinco, acciaio e ferro, quando si dovrà demolire il saldo si invertirà del cento per cento, facendo guadagnare anziché perdere».
Il colpo d’ala ecologico nasce direttamente della crisi che, assieme alla penuria di contante, sta portando con sé una vera e propria rivoluzione. D’ora in avanti, infatti, niente sarà più come prima. L’attenzione all’ambiente diventa una sorta d’obbligo involontario, provocato non tanto dai buoni sentimenti, quanto dal vantaggio economico, e dunque dal risparmio che ne consegue. Il primo segnale si è intravisto già nel 2008 con un improvviso mutamento dei consumi: una grossa fetta di pubblico vacanziero, soprattutto famiglie con figli, ormai incapace di sostenere un soggiorno in hotel, ha riscoperto il camping, provocando un boom inatteso. Ma con una nuova esigenza: se non proprio il comfort a cui ormai si era abituata, almeno una sorta di sfarzo avventuroso, preteso persino in tenda.
Ecco così nascere d’incanto una freschissima stirpe d’architetti pronta a interpretare cambiamento e desideri. Subito però frantumata in una solida diaspora filosofica: gli strutturalisti puri e gli umanisti-decoratori. Spiega Catherine Granier de Cassagnac, vestale della seconda setta: «Il primo comandamento è non confondere il lusso con la qualità: l’uno non è assolutamente ecologico, l’altro sì. L’esempio più eclatante è l’uso dell’aria condizionata. Un certo tipo di clientela, soprattutto proveniente dai Paesi del Nord - Olanda e Germania sugli altri - è terrorizzata dalle grandi afe mediterranee, a cui non è abituata, e quindi vorrebbe esserne garantita. Se la scordino: vadano in posti disegnati dagli strutturalisti che sono molto più indulgenti. Secondo: qualunque cosa si costruisca, dev’essere coerente col paesaggio. Dunque col tipo di piante, di arbusti, di fiori, di sentieri o di sabbia. Non solo: la realizzazione deve essere affidata a imprese e maestranze locali che posseggono il sentimento del luogo e riescono a convertirsi più facilmente a un design che scommette su un turismo innovativo cancellando le certezze (e le catene di montaggio) precedenti».
La dimostrazione è il villaggio Robinson di Sérignan Plage, sul mare di Béziers: capanne in legno spuntate nel fitto di un bosco che si allunga verso le dune, due blocchi trasportabili separatamente e assemblati in loco, doppie camere da letto posteriori. Soggiorno e cucina sul davanti, affacciati a una vetrata che occupa l’intera larghezza, aperta a sua volta su una gran terrazza coperta e sopraelevata, un’immensa amaca stesa di traverso per la siesta. Lo spirito, mediato in tutto e per tutto dall’eroe di Defoe, balza immediatamente agli occhi se si osservano alcuni particolari (ecco qui la vera impronta di Catherine, la decoratrice minimalista): i lavandini trasformati in un gran mastello in zinco, così come il piatto-doccia. Niente plastica, soltanto materiali biodegradabili.
Basta cliccare in Internet su «glamping», contrazione di «glamour» e «camping», campeggio di lusso, e si capisce come persino una semplice tenda possa brillare di nuovo fascino. Su YouTube si trovano filmati - soprattutto del piovosissimo Yorkshire - che parlano da soli: piattaforme lignee che riparano dall’umidità del terreno e su cui tendere corde prive di picchetti. E ancora: toilette fisse, blocchi cucina e letti veri. Cioè: arredamento e servizi confortevoli come in albergo, senza però cancellare il brivido primordiale del contatto con la natura, seppur temperato da comodità inimmaginabile prima del crollo Lehman Brothers. La conseguenza è che non è più obbligatorio riempirsi il baule di flessibili, tubi, tiranti e tele perché si trova tutto già montato sul posto a prezzi decisamente bassi. Anche in Italia s’è incominciata a seguire tale via eco-chic: tra le altre, una ditta di Siena s’è lanciata in questa nuova bio-diversità vacanziera per i tour operator belgi della Selecamp, che attrezzano campeggi di tutta Europa.
PIERO SORIA
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Nei camping francesi e canadesi di Huttopia (www.huttopia.com) non c’è posto per le spartane tende di Decathlon, sacchi a pelo, fornelletti e compagnia scomoda. Più che camping sono villaggi ecologici, e lo si capisce subito dai prezzi: sui 100/150 euro a notte con sistemazione in «cabanes» e tende superconfortevoli costruite su soppalchi di legno. Niente automobili, largo uso di energia solare, percorsi sugli alberi e molti optional: biancheria in cotone ecologico, materassi in lattice naturale ecc.
Gli svizzeri Whitepod (www.whitepod.com) sembrano igloo ma sono «rende» di lusso a 1.700 metri sopra Villars, sulle Alpi del Canton Vaud con vista sul lago Lemano. Aperte solo d’inverno, sono un agglomerato chic di 15 tende appollaiate su un basamento di legno con spa e chalet che funziona da club-house. Tutt’intorno, solo boschi e montagne: niente strade né auto. Dentro, le tende sono pensate per assicurare ai clienti il massimo relax e comfort, che si paga dai 300 ai 400 euro al giorno all inclusive.
L’Elqui Domos, nella regione di Coquimbo, in Cile, offre sette camere con vista stellare (www.elquidomos.cl). Un camp astronomico costituito da eco-tende semisferiche a due piani, con bagno e telescopio. La particolarità è il tetto cabriolet per poter osservare la volta celeste. Prezzi: 105/130 dollari al giorno.
In Costarica, il Finca Bellavista (www.fincabellavista.net) è invece un villaggio primordiale con tende e casette di legno ecosostenibili immerse nella foresta pluviale, anche sugli alberi. L’esoticità della sistemazione alla Tarzan costa 175 dollari a notte la camera comprese le liane, ma la vista sulle cascate è impagabile.
Se andate in Australia avete solo l’imbarazzo della scelta. Uno dei villaggi più chic è l’EcoLodge&Spa a Daintree, nel Queensland (www.daintree-ecolodge.com.au): quindici «villas» nel mezzo della foresta ma con tutte le comodità, spa, wi-fi, dvd, caffè e tè di produzione aborigena. Tariffe da 300 a 600 dollari a notte.
In Italia il movimento degli eco-resort è solo all’inizio. Un esempio è l’Alborea Suites Resort (www.novayardinia.it), con eco-lodge immersi nella macchia mediterranea, jacuzzi, piscina con acqua di mare, area fitness e club-car elettriche per gli spostamenti.
MAX CASSANI