GIANCARLO DE CATALDO, la Repubblica 30/5/2010, 30 maggio 2010
L’INTERCETTATORE
Chiunque, e per qualunque motivo, voglia entrare legalmente negli Stati Uniti d´America deve rispondere a una serie di domande, riportate su un modulo precompilato. Fra le altre cose ti chiedono: sei terrorista? Appartieni a organizzazioni criminali? Stai per introdurre sul nostro territorio nazionale armi chimiche o batteriologiche? Con un sorrisetto di sufficienza, sbarriamo la casella giusta e tiriamo avanti: ma certo che non siamo noi i cattivi, i cattivi stanno da un´altra parte, e mica te lo vengono a dire, che sono cattivi! E infatti, l´ingenua procedura non è che un gioco finalizzato all´eterno spettacolo della sicurezza. La vera partita si gioca da un´altra parte. Qualcosa di simile sta accadendo con la legge sulle intercettazioni.
Non mentono i giuristi governativi quando giurano che si potrà continuare a intercettare mafiosi e terroristi. vero. Si potrà continuare a intercettare mafiosi e terroristi. A patto che, prima, abbiano compilato il famoso modulo. E senza mentire. Sì, sono mafioso, sono terrorista. Sì, voglio distruggere le tue città e inquinare le tue falde, voglio riciclare allegramente gli immensi profitti delle mie attività criminali, inondare di capitali sporchi le tue banche, insinuarmi con fiumi di cocaina nelle tue sinapsi mentali. Voglio fare tutto questo e molto altro, e te lo vengo a dire. Così tu potrai intercettarmi, disponendo di evidenti, ovvero gravi, indizi di reato, e persino cospargermi di "cimici" il "covo": provvederò infatti personalmente a informarti di come e quando, nel locale in questione, si commetterà un reato. In modo che tu possa intervenire: ovviamente, con i tecnici della Scientifica e non certo con il Settimo cavalleggeri! Paradossi a parte, le intercettazioni dei criminali conclamati sono spesso alquanto deludenti. Gente che parla il minimo indispensabile, e in modo ambiguo. Nessun aspirante bombarolo dirà mai: la facciamo scoppiare all´ora X del giorno Y in via Z. La verità è che le informazioni più preziose, ai fini investigativi, scaturiscono spesso dalle fonti meno consapevoli, da indagini sui reati minori prodromici a fatti più gravi, dalla casualità. Dice: ma non possiamo trasformare la società in un Grande orecchio orwelliano. Come la mettiamo con la privacy? E col gossip, che può infangare reputazioni e distruggere vite? Problema innegabile. Il gossip selettivo, mirato, è un´arma potentissima. Per questo gli sporcaccioni non hanno mai esitato a servirsene. In barba a tutte le leggi. Come il Gene Hackman della Conversazione di Coppola. O gli sporchi eroi della trilogia americana di Ellroy: il persecutore di "rossi" Edgar J. Hoover che mette sotto controllo milioni di cittadini, il professionista delle "cimici" Freddie O. che monta trame a sfondo gay per massacrare attivisti dei diritti civili e le riviste scandalistiche modello Hush Hush sempre informate su chi va a letto con chi.
Finzione, certo, ma ispirata alla vita vera. I Freddie O. esistono anche da noi. Di tanto in tanto qualche inchiesta coraggiosa li fa affiorare. Qualche volta incappano in incidenti di percorso, come una condanna irrevocabile. Più spesso se la cavano per il rotto della cuffia, e dopo un modesto purgatorio tornano a infestare la scena. Ma, attenzione: la legge che si sta discutendo non li riguarda. La legge mira a colpire le attività legali di intercettazione. Quelle illegali sono già vietate, anche se si tende a dimenticarlo. Ai Freddie O. di casa nostra questa legge non fa né caldo né freddo. Non è che una nuova casella da sbarrare nel modulo precompilato, tutto qui. Sei spione? Ma quando mai! Bene. Benvenuto in Italia.