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 2010  maggio 27 Giovedì calendario

L’ALTRO ALCHIMISTA: SATANISTA E UN PO’ BURROUGHS. PER BIOGRAFO HA SCELTO MORAIS, ATEO E MARXISTA

Arriva in italia la biografia di Coelho concessa dallo scrittore, «ma non diciamo autorizzata, perché Coelho non ha mai potuto leggere il manoscritto originale, condizione che avevo fermamente imposto fin dall’inizio», racconta al ”Riformista” l’autore, il giornalista e connazionale Fernando Morais che, a differenza dello spiritualissimo uomo da 130 milioni di libri venduti, è marxista e ateo.
A dispetto delle attese, il titolo italiano Guerriero della luce (Bompiani), è l’unica concessione spirituale al Coelho pensiero, al guru della new age, alla sua scrittura semplice e piatta che compone favole magiche, allo scrittore «che parla al cuore non alla testa, come ha detto Umberto Eco», perchè in verità qui si racconta l’alter ego dello scrittore, una facciata oscura, tutt’altro che solare, a cui «i 40 anni hanno fatto da spartiacque esistenziale».
Insomma Coelho più vicino a William Burroughs che a Khalil Gibran. Ma non doveva essere il contrario? Ce n’è per tutti i gusti: dalla durissima educazione dai gesuiti alle sedute di elettroshock per curare una presunta schizofrenia, dal satanismo dell’associazone Società Alternativa ispirata all’occultista Aleister Crowley, omaggiato nella copertina di Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band dei Beatles, per cui «finì in carcere sotto la dittatura brasiliana pensando si trattasse di un’associazione di socialisti», alla magia nera. E poi l’omosessualità come condizione precaria «in un continente machista com il latinoamerica», il manicomio dove venne internato più volte, le donne e il sesso, «Sono stata con tanti ragazzi ma tu...wow! Tu sei il primo ad avere il cazzo quadrato» gli disse un’amica a New York frugando tra le gambe imbattendosi però nel passaporto. E poi le droghe, «tutte le droghe, tranne il crack perché all’epoca ancora non esisteva» spiega ancora Morais.
Non sarà mica il solito luogo comune che la letteratura salva la vita? Il biografo è chiaro: «La grande vittoria di Coelho è essere ancora vivo, e non essere il più letto. un reduce. Il suo partner, Raul, con cui suonava nella rock band con cui arrivò al successo, è morto di overdose». Un beat alla Kerouac? «Non era politicizzato nè fece mai controcultura. Nel 1968 creò un’associazione ma erano satanisti!». Il lavoro di quattro anni di Morais pare abbia ricevuto inizialmente un accoglienza fredda e un pò stizzita da parte di Coelho, riscaldata da un abbraccio finale col suo biografo.
Perchè un marxista ateo sulle orme di Coelho? « un fenomeno mondiale - risponde Morais - se non lo seguissi, dovrei cambiare mestiere. Ero curioso, è lo scrittore guru ma vive esattamente come una star, come Madonna e Mick Jagger. Quando scriveva i primi libri già telefonava da solo alle librerie di Rio e San Paolo per sapere gli effetti delle vendite».
E infatti ecco lo scrittore, baffi e pizzetto bianchi, viso magro e gioviale, abbronzato e asciutto, in giro per il mondo, tutto vestito di nero, non per motivi spirituali «ma perchè il nero si strapazza meno nelle lavanderie degli alberghi» e che a distanza di vent’anni dalle prime prove narrative, continua a comportarsi in modo meticoloso, anche in giro per il mondo: tramite il cellulare e il notebook riceve report costanti ed esclusivi, e ovunque si trovi, controlla il numero delle edizioni, la distribuzione, l’interesse dei media e la posizione di ciascuno dei suoi libri nelle classifiche dei best seller, dalla Terra del Fuoco alla Groenlandia all’Alaska all’Australia. Un meticoloso uomo di self marketing che prega tre volte al giorno in silenzio e che ripete in occasione di decolli atterraggi e partenze in automobile, che si tratti di una rapida corsa in taxi oppure di un lungo viaggio internazionale.
La biografia «concessa» porta con sé il segno del compromesso tra i dettagli raccolti dal giornalista e l’ambizione dello scrittore guru: oltre 800 pagine, e Coehlo non è mica morto, ha appena sessant’anni. Forse è anche per questa sfrenata ambizione che si è attirato le ire dei colleghi come Efraim Medina Reyes, scrittore colombiano, che al il Riformista dice: « un uomo dal grande fiuto commerciale, per la casa discografica Cbs disegnava la parte di mercato e dopo l’ha sfrutata bene come scrittore. Ma ha finito per credere al suo stesso personaggio. In Colombia per un viaggio di presentazioni editoriali, voleva delle statue che lo raffigaurassero, alte venti metri, per tutto il paese. Si crede un profeta. Basta che lo chiami maestro e non la finisce più». Chissà se il suo temuto agente letterario Monica Antunes sorveglia Coelho mentre comunica col mondo tramite Twitter, intervenendo spesso su questioni internazionali: «Non è mai stato a favore della dittatura brasiliana ma neanche un militante contro - aggiunge Morais - Era un alienato, fumava marijuana in continuazione. Poi è diventato un progressista, amico di Lula. Il suo testo più diffuso resta l’articolo Grazie Presidente Bush! alle soglie della guerra in Iraq, finì su oltre 400 quotidiani internazionali, all’epoca internet non era quello di adesso». E Obama?«A dire il vero, quando ci furono le primarie in Usa, firmò a favore della Clinton e non di Obama perché aveva ottimi rapporti con la famiglia». Su Berlusconi è mai intervenuto? «No, mai. Oggi Coelho si scaglia contro la Chiesa per i casi di pedofilia».