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 2010  maggio 29 Sabato calendario

MAXXI LINEE DAL FUTURO

Ancora un giorno di festa, dei tre organizzati per l’inaugurazione del Maxxi, e domani finalmente il museo nazionale delle arti del XXI secolo aprirà al pubblico. Il via alla kermesse è scattato giovedì scorso alle 11.30, con una controversa preview organizzata dal ministro dei Beni culturali Sandro Bondi, dal presidente della Fondazione Maxxi Pio Baldi, dalle curatrici dei settore architettura e arte, rispettivamente Margherita Guccione e Anna Mattirolo.
I primi ad entrare nell’avveniristico centro di via Guido Reni sono stati gli artisti, gli architetti, i curatori delle mostre e i giornalisti. Guidati da Zaha Hadid, l’architetta angloirachena che con il suo progetto vinse il concorso internazionale di idee indetto nel 1997 da Walter Veltroni. In realtà Veltroni, che all’epoca era ministro della Cultura e aveva ottenuto dal ministero della Difesa la disponibilità delle caserme di via Guido Reni, all’inizio dichiarò che i 17 mila metri quadrati di padiglioni, di un certo pregio architettonico (risalendo ai primi del Novecento), sarebbero stati trasformati in Centro per l’arte contemporanea con «un restauro leggero», che avrebbe permesso di aprire il museo «entro tre anni». Ma esattamente tre anni dopo, Giovanna Melandri, che nel frattempo era succeduta a Veltroni, annunciava che dei vecchi edifici sarebbero rimasti in piedi non più di 1.800 metri quadrati. Il resto sarebbe stato abbattuto per fare spazio alla nuova costruzione firmata da Hadid, per un costo totale previsto di 120 miliardi di lire (circa 62 milioni di euro).
Adesso che finalmente i lavori sono terminati, sappiamo che quei costi sono lievitati fino a 150 milioni di euro. E fino a due giorni fa la grande scommessa era di vedere come i curatori sarebbero riusciti a sistemare le opere di arte e di architettura nella struttura realizzata da Hadid, che alcuni critici considerano un’opera d’arte fine a se stessa (Sgarbi l’ha definito «un mausoleo»), più che un museo funzionale a ospitare mostre e collezioni. Tanto che l’architetta ha voluto che il museo restasse per alcuni mesi completamente vuoto, in modo da far ammirare la purezza assoluta dei vasti ambienti progettati con scaloni, pavimenti fluttuanti e pareti attorcigliate come nastri impazziti. Margherita Guccione dice che hanno dovuto reinventarsi il modo di concepire gli allestimenti: «Il mio maestro Ludovico Quaroni mi ha insegnato a rovesciare le certezze, a fare del dubbio un motore». questo lo spirito con cui sono state sistemate le quattro mostre inaugurali.
La prima, intitolata «Spazio», presenta una parte delle collezioni di arte e architettura del Maxxi. In un unico percorso, che si snoda all’interno e all’esterno del museo e include un omaggio a Fabio Mauri e due installazioni di Maurizio Mochetti e Massimo Grimaldi, sono esposte circa settanta delle trecento opere acquisite nella collezione di arte, tra cui Alighiero Boetti, Anish Kapoor, William Kentridge, Sol LeWitt, Giuseppe Penone, Grazia Toderi, Francesco Vezzoli. Una parete di 40 metri quadrati è occupata da «Geografie italiane», opera di Studio Azzurro, che racconta l’architettura italiana degli ultimi sessant’anni. A Gino De Dominicis è dedicata una retrospettiva che ripercorre l’iter della sua ricerca attraverso 130 opere, compresa la gigantesca «Calamita Cosmica», lunga 24 metri. Una mostra rende omaggio a «Luigi Moretti architetto. Dal razionalismo all’informale», con disegni, plastici, fotografie delle sue costruzioni. Il percorso si conclude con otto video dell’artista turco Kutlug Ataman ( nella foto a sinistra un frammento di uno dei filmati).
Da giovedì scorso si va avanti a feste, cene, visite guidate per cinquemila invitati di prestigio, tra scrittori e scienziati, attori e registi, filosofi e aristocratici. Hanno confermato la loro presenza tutti e sei i ministri che hanno seguito uno dopo l’altro i lavori del Maxxi, da Veltroni a Melandri, da Rutelli a Urbani, da Buttiglione a Bondi. La giornata di oggi è riservata ai romani, che potendo per una volta entrare gratis hanno esaurito in tre giorni le quindicimila prenotazioni. A partire da domani, finalmente, porte aperte a tutti.