Luigi Grassia La Stampa 27/5/2010, 27 maggio 2010
I dipendenti pubblici sono un esercito di quasi tre milioni e mezzo di persone (precisamente 3.391.003) distribuite fra le amministrazioni centrali dello Stato, la scuola, la sanità, la polizia e gli enti locali
I dipendenti pubblici sono un esercito di quasi tre milioni e mezzo di persone (precisamente 3.391.003) distribuite fra le amministrazioni centrali dello Stato, la scuola, la sanità, la polizia e gli enti locali. Un esercito che manda avanti la grande macchina ma si sente, non di rado, frustrato da paghe basse e dalla percezione di uno scarso prestigio sociale , dovuto anche a ricorrenti accuse di inefficienza. Il quadro, in realtà, è molto variegato perché sotto l’insegna del pubblico impiego, a volte ulteriormente semplificata nella categoria degli «statali», c’è un po’ di tutto: eccellenze professionali e fannulloni, buste paga cospicue e retribuzioni da fame. La grande armata è composta per più della metà da donne: le dipendenti pubbliche sono 1.842.063. Il più grande bacino di occupazione è la scuola con 1.157.194 lavoratori e lavoratrici, seguono la sanità con 686.518 e i Comuni, le Province e le Regioni con 520.220 (più 72.610 nelle Regioni e Province autonome che la Ragioneria dello Stato conteggia a parte). Ci sono poi 331.698 fra agenti e funzionari civili nei corpi di polizia e 189.377 dipendenti pubblici nei ministeri. Mentre i corpi centrali dello Stato sono concentrati a Roma, la distribuzione complessiva dei dipendenti pubblici rispetta grosso modo quella della popolazione Regione per Regione (anche se il Nord risulta in proporzione un po’ sottorappresentato): le Regioni con più dipendenti pubblici sono la Lombardia con 413.216, il Lazio con 406.333, la Campania con 337.897, la Sicilia con 304.854 e il Veneto con 227.695. Grande varietà nell’ammontare degli emolumenti. La busta paga (cioè lo stipendio lordo annuo medio) dei magistrati è competitiva con quella dei dirigenti nel settore privato dell’economia, toccando i 114.646 euro. Relativamente ben pagati anche i diplomatici (71.645 euro) per i quali la grande differenza è avere o non avere le indennità legate alla permanenza all’estero. Considerando invece altri comparti del pubblico impiego si ritrovano quelle retribuzioni modeste che nell’immaginario collettivo si legano alla figura dello statale: nella sanità 35.417 euro, nella scuola 27.566 e nei ministeri 26.528 euro.