Ilaria Solari, Gioia 04/06/2010 (28/5), 4 giugno 2010
Il papà di Nino D’Angelo, faceva il calzolaio: « una persona che mi commuove soltanto a pensarci
Il papà di Nino D’Angelo, faceva il calzolaio: « una persona che mi commuove soltanto a pensarci. il simbolo del napoletano che anche nella miseria fa di tutto per rimanere onesto. Tanto che era diventato un grande teorico della raccomandazione. Era convinto che senza la spinta nessuno va avanti. Pagò per fare l’esame di guida ed era convinto di passare senza rispondere alle domande. Quando lo bocciarono ci restò malissimo». Per registrare il suo primo album un discografico gli chiese 500mila lire: «Quando dissi a mia madre che mi servivano tutti quei soldi, svenne. Cercammo di farla rinvenire con l’aceto, il profumo non lo tenevamo. Mio padre urlava: ”Ma che le hai fatto?”. Gli dissi del discografico e dei soldi. ”Azzo, allora l’hai uccisa”. Per raccogliere quelle 500mila lire facemmo una grande colletta, ma il discografico morì quella notte stessa». «Quando nelle sceneggiate mi capitava di morire in scena, mia nonna veniva sempre dietro le quinte a controllare se stavo bene». Dice di essere cambiato a causa della depressione: «Se ti svegli da questa specie di morte, dopo mesi in casa con la barba lunga, non vuoi perdere più tempo: la prima cosa che ho fatto è tagliar via il caschetto biondo». Dietro la sua svolta artistica c’è invece Goffredo Fofi: «Un intellettuale vero. Era l’unico critico che veniva a vedermi quando tutti gli altri mi snobbavano. Magari poi mi bastonava, ma era un punto di riferimento».