Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  maggio 28 Venerdì calendario

LE DUE LINEE ECONOMICHE DELL’IDV E LA RICETTA DEL PROF. BOLDRIN - D

a tempo dentro l’Italia dei valori convivono due anime economiche opposte. C’è quella di sinistra nel senso più tradizionale del termine, che fa capo all’ex sindacalista Maurizio Zipponi ora responsabile Lavoro e a Luigi De Magistris. Poi c’è Sandro Trento, responsabile Economia, con un passato da economista per la Banca d’Italia e alla guida dell’ufficio studi della Confindustria di Luca di Montezemolo. Secondo Trento le spinte legalitarie dell’Idv e la sua diversità rispetto ai partiti tradizionali sono le condizioni ideali per spingerla in una direzione liberale: attenzione ai piccoli azionisti, liberalizzazioni, lotta ai monopoli e alle rendite di posizione. Per ora ha vinto la linea De Magistris - Zipponi, ma Trento non si arrende e ieri ha organizzato a Roma una giornata di studi per dare idee al partito con gli economisti più alla moda del momento, quelli del blog noisefromamer ika.com (italiani che hanno studiato o insegnano negli Stati Uniti), autori anche di un recente libro contro Tremonti. Il più famoso tra questi è Michele Boldrin, ormai opinionista fisso a Balllarò. L’economista con i capelli lunghi e l’orecchino, ma con un curriculum accademico serissimo, spiega che la manovra da 24 miliardi del governo non è stata abbastanza: ”Ovviamente, siccome il problema è la crescita, non bastano i piccoli tagli della spesa accompagnati da altrettanto minuscole riduzioni fiscali”. Bisognava tagliare di più e investire parte dei risparmi di spesa per ridurre il cuneo fiscale – cioè la differenza tra quanto riceve in busta paga il lavoratore e quanto costa all’impresa – così da favorire la crescita. Secondo gli ”amer ikani”, infatti, il problema dei problemi è la bassa produttività del lavoro italiano e la bassa partecipazione al mercato del lavoro. Le ricette proposte farebbero inorridire l’altra parte del partito di Di Pietro: alzare subito l’età pensionabile, salari differenziati a seconda delle zone d’Italia per tener conto del diverso costo della vita, investire tutto sull’istruzione per aumentare il valore del capitale umano, favorire l’occu - pazione dei giovani, non tutelare quella degli ”anziani” nei settori maturi. Sandro Brusco, che vive e insegna tra New York e Milano, cerca anche di dare all’Idv argomenti per appoggiare il federalismo fiscale, visto che a Di Pietro piace al punto da aver fatto una conferenza stampa insieme al leghista Roberto Calderoli. Brusco è un po’ drastico: ”La condizione minima perché funzioni è che una regione venga commissariata appena i suoi conti vanno in rosso”.