Silvia Grilli, Panorama 03/06/2010, 3 giugno 2010
Alberto Bevilacqua ha avuto una madre che entrava e usciva dalle cliniche psichiatriche a causa di una depressione violenta e una nonna sensitiva che partiva di notte per parlare con il primo marito defunto
Alberto Bevilacqua ha avuto una madre che entrava e usciva dalle cliniche psichiatriche a causa di una depressione violenta e una nonna sensitiva che partiva di notte per parlare con il primo marito defunto. «Io non ho potuto avere figli perché chi ha avuto un’infanzia come la mia non può. Il male di mia madre si era imposto. In me si era fatto ossessivo il pensiero che non ero padre». «L’unica qualità, l’unico talento che ho oppure non ho è una grande sensitività. Il mio amore immenso per una madre non fortunata nella vita mi ha permesso di vedere come vive una donna. La figura femminile era sempre stata usurpata, considerata un marchingegno per le situazioni sessuali e amorose». Anche lui ha sofferto di depressione: «La vera depressione è quella che rovescia il cervello. Prendiamo una delle cose più stupide del mondo: uno sale, prende l’ascensore e va a casa. Caso diverso è quello di colui che arriva alla porta di casa, ma prima di salire deve sconsacrare l’atto, perché se non lo fa può capitare qualche cosa. Quindi fa tre giri del palazzo».