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 2010  maggio 28 Venerdì calendario

[Aggiornamento Province al 28/5/2010] Il governo fa dietrofront sull´abolizione delle dieci Province

[Aggiornamento Province al 28/5/2010] Il governo fa dietrofront sull´abolizione delle dieci Province. Bossi ha minacciato chi osa toccare Bergamo, i finiani hanno replicato sul Secolo che le province vanno chiuse tutte. Ieri la soluzione che in sostanza è una retromarcia del governo: il presidente dell´Upi, l´associazione delle Province, ha annunciato di aver avuto rassicurazioni direttamente da Berlusconi. In serata tocca al ministro del Welfare Sacconi l´annuncio: «La riduzione effettiva si farà attraverso il disegno di legge sulla riforma delle Autonomie locali». Poi da Parigi, all´Ocse, Berlusconi conferma: «Nel decreto nessun accenno a Province». (Roberto Petrini, la Repubblica 28/5/2010) Ma attenzione: il premier non ha detto che il governo ha rinunciato alla sforbiciata. Più semplicemente la collocazione giusta non può essere la manovr: per le Province, la destinazione sembra essere il Codice delle Autonomie, al momento in commissione a Montecitorio. Vercelli piange: sperava che la cresta sotto alla punta Parrot, un solo chilometro di confine con la Svizzera – per giunta a 4340 metri di quota sul Monte Rosa’ bastasse a qualificarla come Provincia di confine e dunque da salvaguardare. Ma nel pomeriggio, l’ottimismo lascia il posto alla depressione. Piange anche Biella, che si era separata da Vercelli una ventina d’anni fa: ora, così come accade a Fermo e ad Ascoli, nessuna delle due mini-province raggiunge la soglia critica dei 220 mila abitanti. Niente paura: il vulcanico sindaco-onorevole leghista, Gianluca Buonanno da Varallo, ha già la soluzione. Una macro provincia del Piemonte nordorientale che accorpi, oltre alle due Province condannate, anche Novara e Verbania. I finiani sono schierati a lance spianate a favore dell’abolizione. Non delle piccole, ma di tutte le Province. Il deputato Enzo Raisi raccoglie firme e le fa pubblicare sul Secolo d’Italia. Intercettando, va detto, il sentire comune, visto che anche il web ieri traboccava di appelli a Berlusconi affinché vada dritto sulla strada di tagliare il presunto ente inutile. A sera, si diffonde la notizia che la norma sarà riproposta, articolo 5 comma 12 della nuova bozza di decreto. Ma ci credono in pochi. Un parlamentare Pdl la mette così: «Non ci scommetterei un’aranciata». Poi, a dargli ragione, parla il presidente del Consiglio. La vicenda’ per un po’’ è chiusa. (Marco Cremonesi, Corriere della Sera 28/5/2010) Spesa complessiva per tutte le province: quattordici miliardi l’anno. 4200 amministratori e oltre 60mila dipendenti. I dipendenti nessuno si sogna di mandarli a casa da un giorno all’altro, ma di accorparli con Regioni e Comuni. Si risparmierebbero così almeno 5 miliardi. (Andrea Scaglia, Libero 28/05/2010) Il presidente dell’Upi, il catanese Giuseppe Castiglione, sottolinea con orgoglio di essere riusciti a ridurre il disavanzo da un miliardo e 100 a 615 milioni di euro, e che c’è disponibilità a una «razionalizzazione», ma «la questione del riordino va giocata nel contesto della Carta delle autonomie». Il tentativo di intervenire sulle province potrebbe quindi passare per il ddl di riordino delle autonomie locali in esame alla Commissione Affari costituzionali della Camera, di cui è previsto per giovedì prossimo il via libera per approdare in Aula il 14 giugno. Il ministro Andrea Ronchi risponde al collega Bossi che aveva difeso Bergamo: «Le province improduttive vanno abolite, non mi interessa difendere quella in cui si nasce». L’Udc Mauro Libè«Uno spot durato meno di un giorno», «golden share della Lega sempre più pesante». Secondo l’Idv Antonio Borghesi, questa «retromarcia è solo l’inizio del capovolgimento del testo». (Francesca Schianchi, la Stampa 28/05/2010)