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 2010  maggio 27 Giovedì calendario

A LONDRA LO SHOPPING DIVENTA ARTE

Foto vintage del 1901: signori baffuti sulla soglia vendono, come da insegna, «travelling requisites». Foto glamour di due sere fa: Catherine Deneuve entra a Palazzo in velluto nero e sembra la Montée des marches. E la scalinata c’è, solo che è in vetro e percorsa da Led. La via è la stessa del 1901, Londra New Bond Street, il mondo è diverso. Ieri un «negozio», oggi un «concept», cioè un luogo che è l’idea pensata da un archistar per farci star dentro oggetti e rendere il passaggio di qui indimenticabile. Un posto che le guide si affretteranno a segnalare e non si potrà non vedere.
Per la nuova Maison di Louis Vuitton in terra inglese, l’archistar Peter Marino ha pensato davvero in termini di grandeur-terzo millennio: ha unito due palazzi con una facciata nuova e li ha concepiti come la dimora gigantesca di un collezionista eccentrico. Un ponte per entrare, la scalinata coi Led per salire e scendere. Le borse si scelgono seduti e al bancone del Bag bar, i foulard alle pareti incorniciati come quadri, per i gioielli si va «nello spazio» tra pianeti griffati Louis Vuitton. E poi c’è la Libreria, il Club per gli Uomini, l’Appartamento per principi (e pari grado) di passaggio.
Filo conduttore? L’arte contemporanea. Qui c’è un Jeff Koons, là un Basquiat. Non a caso qui si è inaugurato anche «The Louis Vuitton Young Arts Project» partnership inedita fra «brand»: uno del lusso, e 5 dell’arte: Tate Britain e Royal Academy per citarne due. Lo scopo, invitare i giovani alla carriera artistica.
Mecenatismo di lusso.