Fosca Bincher, Libero 27/5/2010, 27 maggio 2010
S A FISCO E TAGLI MA DOV’ LO SVILUPPO?
Riassunto della manovra sul sito Internet del ministero dell’Economia. Pacchetto fiscale: 7 pagine. Pacchetto tagli: 6 pagine. Pacchetto sviluppo: una paginetta striminzita e assai generosa rispetto alla realtà. Qui ad esempio si citano i 400 milioni messi a disposizione (in realtà tolti ad altri) per il programma delle infrastrutture strategiche e il MO.S.E. Non si tratta di nuovi investimenti: erano tutti già in calendario. Il Cipe per altro ha dovuto arrampicarsi sul muro per trovare i fondi del Mo.s.e. solo perché l’opera era già in cantiere e non si poteva fare altro a meno di volere lasciare un catafalco incompiuto nel cuore della laguna di Venezia. Quella paginetta che si è fatto così fatica perfino a compilare è il vero tallone di Achille della manovra di Giulio Tremonti. Si può discutere se i tagli sono equi o gli unici possibili, se gli strumenti utilizzati per la lotta all’evasione (come tracciabilità dei pagamenti e limite all’utilizzo del contante) siano o meno compatibili con il dna liberale del centro destra, se gli statali sono stati troppo o troppo poco penalizzati (in quasi tutti gli altri paesi hanno ridotto, non congelato i loro stipendi). Tutte le scelte sono opinabili, naturalmente. E alcune si può esserne certi-cambierannodurantelaliturgiadegliesamiparlamentari e con la presentazione del consueto maxi-emendamento che farà lievitare gli attuali 54 articoli della manovra. Ma due sicurezze ci sono già: il taglio alla spesa pubblica era ineluttabile, e con quelle dimensioni nessun taglio può essere piacevole o gradito; la manovra è probabilmente più leggera del necessario avendo scelto la via del minimo consentito di tagli che preclude la possibilità di interventi sostanziosi su sviluppo e competitività. E’ probabile che questo squilibrio (che non è presente nelle scelte molto dure fatte da altri paesi come Francia e Germania) sia saltato all’occhio dello stesso Tremonti. Il testo della manovra è cambiato e non in poco almeno 5-6 volte negli ultimi 4 giorni. Quello quasi definitivo circolato informalmente ieri pomeriggio conteneva articoli talmente nuovi che non erano citati nemmeno nel comunicato di Tremonti della sera precedente. Articoli che hanno allargato il perimetro dei tagli (ad esempio gli enti a cui saranno preclusi contributi pubblici sono lievitati da 72 a 232), ma che soprattutto hanno inserito qualche elemento sullo sviluppo, capitolo quasi assente dalla manovra. Uno dei più rilevanti è contenuto nell’articolo 53, sotto il titolo ”Contratto alla tedesca”. Lo ha citato lo stesso Tremonti in conferenza stampa ringraziando il suo collega Maurizio Sacconi che ha avuto l’idea. Si tratta della detassazione di sostanziali contratti di produttività per tutto il 2011. Idea non nuovissima, perché la norma ricorda quella già inserita nella prima finanziaria del 2009 e poi allargata nei primi decreti anti-crisi. Ora diventa più strutturale e collegata alla contrattazione vera e propria nel settore privato, sia essa di categoria, territoriale o semplicemente aziendale. Secondo Tremonti lo strumento aiuterà la competitività. Può essere, anche se fino ad oggi non ha funzionato: in tempi di crisi la produttività si riduce e semmai c’è il problema contrario: evitare la perdita di troppi posti di lavoro. Proprio per questo l’articolo inserito oggi nella finanziaria è il quasi unico indicatore di speranza: perché funzioni bisogna che la ripresa sia reale. Così scommette l’esecutivo.