Marco A. Capisani, ItaliaOggi 27/5/2010, 27 maggio 2010
FOTOGIORNALISMO, ULTIMO SCATTO
In liquidazione l’agenzia Sygma, stretta tra debiti e cause legali
In agonia uno degli ultimi dinosauri del fotogiornalismo: l’agenzia Sygma va in liquidazione, lascerà a casa 29 dipendenti, ha accumulato debiti fiscali per 73 milioni di euro negli ultimi dieci anni, ha chiuso il 2009 con una perdita di 2 milioni. Si aggiungono poi alcune richieste di risarcimenti, secondo le stime del tribunale di Parigi, che oscillano sui 1,5 milioni di euro in media ognuna (vedere ItaliaOggi del 22 maggio 2010).
Sygma è solo l’ultima delle storiche agenzie fotografiche europee che si appresta a chiudere i battenti. Di recente, anche Gamma (fino al 1973 rappresentava con Sygma un unico colosso del fotogiornalismo) ha portato i suoi libri in tribunale. Adesso la sua rinascita è stata affidata a François Lochon, ex direttore della stessa agenzia. In Italia, non ha avuto sorte migliore Grazia Neri che ha depositato l’ultimo bilancio a fine 2009. Solo le agenzie stampa come Ap, Reuters e Afp si sono salvate dalla crisi del fotogiornalismo, che ha raggiunto il suo apice negli anni 70, spostando il business su lanci di news ed evoluzione digitale. Ma come mai il fotogiornalismo tende a scomparire? «Perché la moda della comunicazione di oggi sono le immagini pulite, in ogni senso», ha spiegato a ItaliaOggi Jean-François Leroy, direttore del festival internazionale del fotogiornalismo di Perpignan in Francia. «I soggetti più venduti riguardano soprattutto le celebrità; a chi si occupa di reportage su temi caldi vanno pochi ingaggi e pochi soldi. Si vedono raramente fotografie vere e ancor meno servizi giornalistici realizzati per immagini».
E dire che Sygma è stata già salvata e ristrutturata nel 1999 dal gruppo americano Corbis, proprietà personale di Bill Gates. Adesso è stato un insieme di fattori che ha portato l’agenzia al collasso. La causa intentata dal fotografo Dominique Aubert è stata, in particolare, la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Il tribunale di Parigi ha deciso di riconoscere ad Aubert 1,5 milioni di danni per 753 immagini scattate dal fotografo (ingaggiato da Sygma dal 1987 al 1995) e poi perse dalla stessa agenzia. «Sono impossibilitato, in questo modo, a pagare i creditori», ha risposto al giudice al momento della decisione Stefan Biberfeld, responsabile di Sygma-Corbis che ha visto subito immobilizzati i suoi conti bancari, i conti presso i clienti e i beni immobiliari. Ad oggi ci sarebbero almeno altri due fotografi in causa con l’agenzia francese, per la perdita di oltre 750 foto. Secondo un calcolo indicativo, alcune immagine scomparse per una cattiva gestione dell’archivio storico, definita «troppo lassista» da Biberfeld, sarebbero valutate anche 13 mila euro l’una.
Per salvare l’agenzia non si è mosso nemmeno il gruppo di Bill Gates che avrebbe potuto cercare di risanare i conti ma, secondo indiscrezioni di stampa transalpine, avrebbe preferito cogliere l’occasione per uscire dal mercato fotogiornalistico. «Del resto», fanno sapere da Sygma, «un acquirente si ritroverebbe davanti agli stessi problemi dell’attuale proprietà».