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 2010  maggio 26 Mercoledì calendario

CASE FANTASMA ALL’APPELLO FISCALE

No condono, no party. Nella bozza della manovra la regolarizzazione fiscale degli immobili fantasma resta orfana della sanatoria edilizia (si veda l’articolo qui a fianco), concedendo generosi sconti a chi farà emergere il mattone ignoto entro il 31 dicembre di quest’anno. Ma lasciando che siano i comuni a sbrigarsela con gli edifici o gli ampliamenti che dovessero risultare frutto di abusi edilizi. E riducendo il gettito inizialmente previsto.
Il meccanismo funzionerà sulla base dell’indagine che l’agenzia del Territorio sta ormai concludendo (il nuovo termine è il 30 settembre 2010). Entro il 31 dicembre 2010 i titolari di diritti reali (proprietari, usuari, usufruttuari, per citare le situazioni più comuni) dovranno fare la dichiarazione di aggiornamento catastale per gli edifici e per gli interventi che abbiano comportato una modifica di consistenza (cioè il numero dei vani) o di destinazione d’uso, e che non risultano in catasto. In questo modo le rendite attribuite produrranno effetti solo dal 1?gennaio 2009.
Gli effetti (si veda l’articolo in basso in questa pagina) vengono ulteriormente mitigati: le imposte arretrate verranno pagate per intero ma le sanzioni saranno ridotte di un terzo. Di fatto, se tutti si adeguassero entro fine 2010, dalle sanzioni catastali si attenderebbero tra i 120 e i 140 milioni. Le sanzioni e gli arretrati Ici e Irpef (da cui sono comunque esclusi i fabbricati rurali), più complesse da quantificare perché è ignoto il numero delle abitazioni principali, difficilmente potranno avvicinarsi al miliardo.
Chi invece dovesse resistere al diktat dell’Economia subirà l’accertamento dell’agenzia del Territorio (che potrà effettuare accessi, ispezioni e verifiche). E che andrà inesorabilmente a buon fine, dato che tutte la particelle saranno emerse e documentate, e ogni particella ha un suo proprietario ben identificabile. In questo caso gli arretrati delle imposte risaliranno di cinque anni e così le relative sanzioni, senza la riduzione a un terzo. Il passo successivo dell’Agenzia sarà di inviare ai comuni le dichiarazioni di accatastamento per le verifiche urbanistiche. Il discorso per i comuni si fa in-teressante: dagli immobili rurali potrebbero arrivare oltre 500 milioni come sanzioni urbanistiche, mentre da quelli regolarizzabili si possono aspettare il 20% dei costi sostenuti per la costruzione o l’ampliamento. Ma la vera partita aperta è quella degli immobili abusivi in tutto o in parte: sono centinaia di migliaia, e chi li ha costruiti stavolta sarà messo alle strette. Dovrebbe cioè pagare tasse e sanzioni per poi vedersi demolire la casa. Ma è realistico che accada questo?
Nella norma è anche contenuta laripresa del federalismo catastale, con un rafforzamento delle competenze del Territorio e la partenza, dal 2011, dell’Anagrafe immobiliare integrata catastocomuni. Saverio Fossati • IMMOBILI DA SANARE - DI CHE SI TRATTA
Dopo la verifica su tutti gli edifici e gli ampliamenti (o i cambi di destinazione d’uso) che non risultano al catasto, da completare entro il 30 settembre, i proprietari avranno tempo fino al 31 dicembre per denunciarli. Chi rispetterà la scadenza pagherà le sanzioni ridotte di un terzo e le imposte arretrate solo a partire dal 1?gennaio 2009. Chi invece farà passare il termine pagherà tutte le imposte e le sanzioni per il quinquennio precedente. Dopo di che gli accatastamenti vengono inviati ai comuni perché verifichino la regolarità urbanistica degli edifici "emersi"
I VANTAGGI
Ci sono due vantaggi per l’erario statale e per i comuni: anzitutto l’incasso delle sanzioni ridotte per effetto della sanatoria e la "messa a reddito" fiscale di 1,4 milioni di unità immobiliari, insistenti su un milione di particelle ispezionate (altrettante particelle ospitano fabbricati rurali, che non hanno rendita e non pagano imposte, e altre costruzioni non tassabili). Poi c’è la formazione, dopo decenni, di una mappa catastale fuinalmente aggiornata e reale, potente strumento di controllo nelle mani del fisco e dei comuni
LE CRITICIT
Il nodo gordiano che probabilmente spetterà sciogliere al Parlamento è l’assenza, nel testo della manovra, di ogni accenno al condono edilizio. Il meccanismo, infatti, è disegnato in modo che tutti i proprietari delle particelle su cui si trovano gli edifici fantasma debbano autodenunciarsi o vengano inesorabilmente scoperti. I dati vengono poi girati ai comuni, che, quindi, incassano: 516 euro sui fabbricati rurali (che di regola non hanno grossi problemi) e il 20% dei costi di costruzione per edifici e ampliamenti realizzati dove comunque sarebbe stato permesso. Ma per tutti gli immobili edificatio ampliati dove il prg non prevedeva questa possibilità, c’è l’arresto per chi ha commesso l’abuso, più la demolizione. Il problema è che la grande maggioranza di quegli 1,4 milioni di unità da regolarizzare si trovano in questa situazione, quindi, a meno di un condono edilizio, è difficile immaginare che i prorpietari prima paghino le tasse e poi si facciano abbattere l’immobile
IL NUMERO
1 miliardo Non dovrebbe superare questa soglia (anzi, sarà probabilmente inferiore) il gettito della regolarizzazione fiscale degli immobili fantasma, considerando che per i molti fabbricati rurali la sanzione si riduce a 50 euro per ciascuno e per gli altri, anche considerando le altre imposte, si tratterà di poche centinaia di euro per ogni unità immobiliare