Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  maggio 26 Mercoledì calendario

GRANDE MAGO DEI NUMERI - I

percorsi dell’arte pop sono a volte sorprendenti. Se oggi è molto probabile che vi ritroviate con con un’immagine di Escher in casa – sulla copertina di un libro, appesa nella camera delle ragazze – dovete ringraziare Martin Gardner (21 ottobre 1914 - 22 maggio 2010), che negli anni 60 del secolo scorso diede una seconda vita alle strane, allora poco note immagini di piani tassellati con creature geometriche o di palazzi ambigui abitati da popolazioni soggette, parrebbe, a multiple forze di gravità. La porzione centrale del lungo pannello Giorno e notte, che rappresenta due stormi di uccelli che volano in direzioni diverse incastrandosi perfettamente l’uno nell’altro, fu pubblicata sulla copertina di «Scientific American» nel 1961. Escher scrisse: «Dopo l’articolo di Mr. Gardner i miei clienti, specialmente in America, non mi lasciano più in pace».
Gardner teneva dal 1956, e tenne fino al 1981, passando il testimone a Doug Hofstadter, la leggendaria rubrica dei «Giochi matematici» che gli era stata affidata dalla redazione a dispetto del fatto che egli non fosse un matematico (un fatto che ancor oggi sorprende molti dei suoi lettori). Come ebbe a confessare in un’intervista a«Scientific American» nel 1995, «se leggete le rubriche in ordine cronologico, vedrete che comincianoa un livello molto più elementare di quello delle rubriche pubblicate più tardi». Milioni di lettori hanno piegato quadrati, piastrellato solidi, calcolato il volume di strani contenitori, affrontato paradossi e scoperto illusioni ottiche grazie alle due pagine che chiudevano la rivista. Oltre, naturalmente, a risolvere rompicapi logici e scoprire le strane simmetrie di particolari sequenze di numeri. La matematica "applicata" che interessava a Gardner non era quella che permette di costruire ponti o di disegnare circuiti. Era la ricerca platonica di una complessità nel mondo che si potesse ridurre a strutture semplici, simmetriche, eleganti, e al tempo stesso parlare più all’occhio che al linguaggio – contavano le figure, nei «Giochi matematici», più che le formule, con le quali egli non era affatto a suo agio. In un certo senso il suo lavoro è un contributo immenso al problema di quanta matematica si possa fare,e insegnare,utilizzando solo l’intuizione visiva.
Il nome di Gardner è associato ai giochi matematici, ma il suo bestseller è l’edizione commentata di Alice, che ha rivelato ai lettori un Lewis Carroll fatto a immagine e somiglianza del matematico curioso impersonato da Gardner. Le annotazioni, per il lettore italiano abituato ai commenti filologici sui Promessi sposi, sono surreali e deliziose, non glosse erudite ma variazioni sul tema: se il buco in cui cade Alice attraversasse tutta la terra fino agli antipodi, che cosa accadrebbe ad Alice? In America è stato molto in vista anche il Gardner militante: Nel nome della scienza è una
carrellata spiritosa e severa sulle applicazioni bizzarre e mal indirizzate dell’ingegno umano. Troviamo irresistibile e quasi commovente leggere che un personaggio ha dedicato la sua vita per dimostrare che pi greco è esattamente uguale a 3. Più seriamente, Gardner è stato tra i cofondatori del comitato americano per gli studi del paranormale e un demistificatore di pseudofenomeni che nascondono abili trucchi illusionistici.
L’interesse di Gardner per i trucchi del prestigiatore è allora uno sfondo che ci permette di leggere molta della sua produzione (novanta libri). Ne L’Universo ambidestro si narra di un piccolo esperimento di magia geometrica: se di notte puntate una torcia verso lo specchio, vedrete il fascio di luce continuare come se non vi fosse il vetro e rischiarare lo spazio al di là, per un attimo sentendovi come Alice, pronti a entrare in un altro mondo grazie a una formula magica che in realtà non è altro che una formula matematica.