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 2010  maggio 25 Martedì calendario

SARAH DUCHESSA MANCATA

La trattativa
E’ questa la prova che Sarah è disposta ad accettare tangenti per organizzare incontri d’affari con il suo ex marito, il principe Andrea? Secondo un tabloid britannico sì.La cifra
La principessa, in qualità di Alto Rappresentante per l’Industria e il Commercio della Gran Bretagna, avrebbe chiesto 500 mila sterline.
Un nobile non è un gentiluomo e una nobildonna non è una gentildonna, come un nobile, mio amico, spiegò a una cameriera che gli rimproverava di «non essere un gentleman», perché camminava nudo nel suo palazzo.
In effetti essere allevati tra i pari di solito implica una caduta dalla grazia: in altre parole, azioni indegne di un gentiluomo che hanno a fare con loschi traffici, come quelli di Rosencrantz e Guildenstern nell’«Amleto». D’altra parte, essere un gentiluomo è questione di comportamento e non di nascita. E’ un’invenzione della classe media. Non è questione di denaro. Tra l’aristocrazia ereditaria peraltro vale l’antichità del titolo e non il rango, mentre si usano definire i colleghi nobili «seriamente ricchi» o «seriamente poveri».
Ora che gli ultimi membri ereditari della Camera dei Lord stanno scomparendo come il gatto del Cheshire in «Alice nel paese delle meraviglie» la domanda è: «Quanto costa un titolo?».
Il «seriamente ricco» duca del Devonshire con il suo palazzo di Chatsworth ha deciso di diventare semplicemente Henry Cavendish, ma che ne è di Sarah, duchessa di York, che sembra essere «seriamente povera», avendo rifiutato, da gentildonna, di chiedere gli alimenti alla regina? Sua maestà, che stanziò 20 milioni di sterline per Diana, non avrebbe mai respinto Fergie, di cui la divertivano i modi spontanei. La regina ammirava il suo modo di sbarcare il lunario middle class, come diventare testimonial per la Weight Watchers e scrivere libri per bambini.
Essendo al di sopra di ogni classe, la famiglia reale non ha fatto caso a quanto si fosse declassata Fergie, dopo essersi sposata nella «Ditta». Lei, che non è proprio di maniere impeccabili, sembra anche avere fatto confusione con i secoli. Alla corte seicentesca di Carlo II il fatto di essersi fatta succhiare l’alluce da un uomo che non era suo marito o l’aver chiesto denaro per incontrare un principe non avrebbero nemmeno fatto alzare un sopracciglio, con buona pace del moralismo della stampa.
Un aristocratico del XVIII secolo, trovandosi a corto di denaro, avrebbe fatto come Lord «Mad Jack» Byron, il padre del poeta, che, dopo aver speso il patrimonio di due mogli, si sparò a Parigi. Ma poi ci fu la rivoluzione del 1917. Non quella russa, ma quella in cui Giorgio V, l’unico re imperatore sopravvissuto, cambiò il nome di famiglia da Saxe-Coburg-Gotha in Windsor e permise agli eredi di sposarsi con inglesi non nobili. Ma il principe di Galles – un fan di Hollywood e di Hitler – si spinse troppo in là, sposando un’illegittima, bigama e due volte divorziata, una spia doppiogiochista per gli Usa, l’Italia fascista e la Germania nazista – tutte cose che eclissano la povera Sarah Ferguson.
Dopo il 1945 la rivoluzione rispecchiò i mutamenti sociali. Il principe Filippo, un principe diseredato con solo una spider di seconda mano, 11 sterline in banca e un salario di 7 sterline al mese come ufficiale di marina, diede inizio al processo. Intanto, scattata la ricerca di mogli per la nuova generazione, ragazze che fossero protestanti, vergini e che non avessero già una carriera di alto profilo nei media o nella finanza, la famiglia reale si rivolse alla nobiltà della terra. Le «Sloane Rangers» condividevano appartamenti a Chelsea e a Belgravia, mentre cercavano mariti simili a loro, che puntassero a una vita nelle tenute di campagna con cani, cavalli e bambini, esattamente in questo ordine. In altre parole, lo stile di vita della regina in privato.
Questo era anche il tipo di vita di Camilla Parker Bowles, di cui Carlo s’innamorò alla stessa età in cui la regina si innamorò di Filippo e Vittoria di Alberto... ma allora lei era ancora considerata una amante. Poi arrivarono gli Anni 60, non ancora influenzati, com’erano Diana e Sarah, dal consumismo thatcheriano e dal femminismo. Anche se c’è di nuovo un governo conservatore, essere una donna al servizio del marito non è più una occasione di carriera, come dimostra SamCam (la moglie di Cameron). Sarah, ora, è come una sedia «ancien régime», dismessa in un palazzo in rovina: come i Borboni «non ha imparato nulla e non ha dimenticato nulla», mentre la casa Windsor prosegue «semper riformanda».