ALESSANDRA PIERACCI, La Stampa 22/5/2010, pagina 23, 22 maggio 2010
SEQUESTRO YACHT DI BRIATORE
Il capitano della Guardia di Finanza era un po’ imbarazzato quando ha dovuto spiegare la situazione ad Elisabetta Gregoraci: «Scusi signora, ma dobbiamo sequestrare lo yacht. Deve rientrare e scendere a terra». E lei, con la stessa cortesia: «Mi raccomando, state attenti perché ci sono oggetti preziosi e tante cose che per me hanno grande valore affettivo».
Poi è tornata dentro, con il figlio di due mesi e la tata, per telefonare al marito e agli avvocati. Erano le 18 di giovedì quando, nel mare di La Spezia, le Fiamme Gialle hanno fermato il Force Blue, megayacht da oltre 20 milioni di euro, dove di fatto «abitano» Flavio Briatore, la moglie e il bebè Nathan Falco, in attesa che finiscano i lavori nella nuova casa a Montecarlo. Il panfilo, ex rompighiaccio, con le stesse iniziali di Briatore che campeggiano sulla ciminiera e ricamate sulla biancheria di bordo, è stato ormeggiato a Porto Lotti, tra La Spezia e Lerici, ed Elisabetta Gregoraci, bebè con tata, sono subito partiti in auto. Le accuse, per le quali Briatore è indagato dalla procura genovese, sono di una fattispecie di contrabbando perché lo yacht stesso, bandiera delle Cayman e noleggiato da una società delle Isole Vergini Britanniche, è entrato nelle acque Ue senza pagare l’Iva, e di frode fiscale per l’esenzione dalle accise sul carburante, in quanto secondo la legge comunitaria gli yacht immatricolati all’estero non pagano l’accisa solo se escono dai mari europei entro otto ore dal rifornimento. Briatore rischia una condanna da 3 mesi a sei anni e il pagamento di una cifra stratosferica: da un minimo di 22 a un massimo di 48 milioni calcolati sull’evasione dell’Iva per lo yacht intorno ai 4 milioni e su quella delle accise per 800 mila euro.
Secondo gli inquirenti, Briatore sarebbe il proprietario dello yacht, usando il noleggio come escamotage per vantaggi fiscali: «Aveva creato un doppio schermo di interposizione tra sé e l’imbarcazione mediante l’utilizzo di una società posseduta da un trust» scrive il gip Ferdinando Baldini nel provvedimento di 13 pagine con cui ha disposto il sequestro preventivo. Ma «sulla base degli elementi acquisiti appare dimostrato che il proprietario dell’unità è proprio Flavio Briatore» si legge nel decreto. Il pm Walter Cotugno ha indagato altre tre persone, tra cui Maria Pia De Fusco, amministratore della stessa società.
«L’imbarcazione è stata regolarmente presa in affitto da me, come in passato hanno fatto tante altre persone - interviene Briatore -. E’ una vicenda paradossale, che sono convinto si risolverà molto presto». «Il sequestro si poteva evitare - dice l’imprenditore - senza forzare una madre e un bimbo di due mesi a lasciare bruscamente lo yacht. La questione si sarebbe potuta chiarire senza tanta pubblicità e tale spiegamento di forze». Due avvocati milanesi ieri mattina erano già dal gip per preparare il ricorso.
L’operazione «No Boat no Crime» è iniziata nel giugno del 2009, su segnalazione della Dogana di Trapani, con il monitoraggio del panfilo fino all’altro pomeriggio, quando il palazzo galleggiante è stato fermato in navigazione verso la Toscana. Era partito da Cannes, dopo la sosta a Montecarlo per il Gp che ha visto la ricomparsa di Briatore nel mondo delle corse. Radiato dalla Renault per il crashgate, è stato riammesso in via straordinaria da Bernie Ecclestone, naturalmente ospite sul «Force Blue».