Carla Massi, Il Messaggero 24/5/2010, 24 maggio 2010
[Riassunto] FARMACIE, ALLARME RAPINE: SVALIGIATE PI DELLE BANCHE- Alcune rapine nelle farmacie da gennaio ad oggi: un giovane senegalese arrestato a Milano in poco più di un mese, armato di coltello, ne aveva saccheggiate oltre venti; volti coperti da cappellini e sciarpe, pistola semiautomatica in mano, ci hanno messo 47 secondi tre banditi a prendersi l’incasso di una farmacia di Torino che ha subìto tre assalti in una settimana; un artigiano edile bolognese di 43 anni disoccupato si è trasformato in un rapinatore seriale di farmacie con sei colpi da fine gennaio a primi giorni di marzo 2010; un broker finanziario di 52 anni che una volta perso il lavoro e ha cominciato a rapinare farmacie; un ispettore di polizia penitenziaria della provincia di Napoli che il 24 aprile scorso partecipava ad una lezione sulla legalità dopo aver, il giorno prima, ripulito una farmacia della costiera; un diciassettenne di Molfetta era a capo di una baby gang responsabile di aver messo a segno 14 rapine in farmacie; a Gabicce la farmacia comunale lavora sotto scorta; nelle Marche e Romagna dove andava in trasferta, da Napoli, una banda di tossicodipendenti; il ”rapinatore Puffo” che a Milano, pistola alla mano, chiedeva solo confezioni di Viagra per rivendere le pasticche, insieme all’ecstasy, nelle discoteche
[Riassunto] FARMACIE, ALLARME RAPINE: SVALIGIATE PI DELLE BANCHE- Alcune rapine nelle farmacie da gennaio ad oggi: un giovane senegalese arrestato a Milano in poco più di un mese, armato di coltello, ne aveva saccheggiate oltre venti; volti coperti da cappellini e sciarpe, pistola semiautomatica in mano, ci hanno messo 47 secondi tre banditi a prendersi l’incasso di una farmacia di Torino che ha subìto tre assalti in una settimana; un artigiano edile bolognese di 43 anni disoccupato si è trasformato in un rapinatore seriale di farmacie con sei colpi da fine gennaio a primi giorni di marzo 2010; un broker finanziario di 52 anni che una volta perso il lavoro e ha cominciato a rapinare farmacie; un ispettore di polizia penitenziaria della provincia di Napoli che il 24 aprile scorso partecipava ad una lezione sulla legalità dopo aver, il giorno prima, ripulito una farmacia della costiera; un diciassettenne di Molfetta era a capo di una baby gang responsabile di aver messo a segno 14 rapine in farmacie; a Gabicce la farmacia comunale lavora sotto scorta; nelle Marche e Romagna dove andava in trasferta, da Napoli, una banda di tossicodipendenti; il ”rapinatore Puffo” che a Milano, pistola alla mano, chiedeva solo confezioni di Viagra per rivendere le pasticche, insieme all’ecstasy, nelle discoteche. Solo nel Lazio, nel 2009, quasi 500 aggressioni, sempre più gli assalti lampo (tempo medio delle aggressioni: 45 secondi). A Milano, dove si conta una rapina al giorno, nell’ultimo anno le banche rapinate sono state 344, le farmacie 359. Nella provincia meneghia la percentuale dei punti rapinati tra gli istituti di credito è dell’13,4% mentre tra le farmacie la percentuale è del 35,7%. La micro-criminalità ha spostato i suoi interessi: meno banche, più farmacie. Il rapinatore ha cambiato genere perché la liquidità di una volta, in banca, non c’è più. Ecco perché Federfarma, che riunisce i titolari di 16mila farmacie, ha deciso di aderire all’Osservatorio intersettoriale sulla criminalità predatoria, in centro ricerca dell’Associazione bancaria italiana sulla sicurezza anticrimine. Dell’Osservatorio fanno parte anche Poste italiane, Federdistribuzione, Confcommercio, Federazione italiana tabaccai e Assovalori. Bancomat e carte di credito potrebbero risolvere in parte il problema, ma riscontrano la resistenza, specie dei clienti più anziani. FARMACIE, ALLARME RAPINE: SVALIGIATE PI DELLE BANCHE- Un broker finanziario di 52 anni ha perso il lavoro e ha cominciato a rapinare farmacie. Un giovane senegalese è stato arrestato a Milano alcune settimane fa: in poco più di un mese, armato di coltello, aveva portato via le casse di oltre venti farmacie. Volti coperti da cappellini e sciarpe, pistola semiautomatica in mano, ci hanno messo 47 secondi tre banditi a prendersi l’incasso di una farmacia di Torino che ha subìto tre assalti in una settimana. Un artigiano edile bolognese di 43 anni disoccupato si è trasformato in un rapinatore seriale di farmacie con sei colpi da fine gennaio a primi giorni di marzo 2010. Il 24 aprile scorso un ispettore di polizia penitenziaria della provincia di Napoli è stato fermato dopo aver partecipato ad una lezione sulla legalità: il giorno prima aveva ripulito una farmacia della costiera. Era a capo di una baby gang responsabile di aver messo a segno 14 rapine in farmacie di Bari un giovane di 17 anni arrestato a Molfetta l’altra settimana. Con i suoi complici, altri quattro adolescenti, aveva messo a segno colpi su colpi nelle farmacie della provincia. Sempre all’orario di chiusura. La farmacia comunale di Gabicce è costretta a lavorare sotto scorta. Il Comune ha deciso di mettere la guardia giurata a presidiare come fosse una banca. Verrà istallata la porta a chiamata stile istituti di credito. E poi arresti anche a Roma, a Genova e a Pesaro dove andava in trasferta, da Napoli, una banda di tossicodipendenti diventati il terrore dei farmacisti e dei clienti delle Marche e della Romagna. Tutto questo, e tanto altro ancora, è accaduto da gennaio ad oggi. Aggressioni, minacce, irruzioni con taglierini, manganelli e pistole. Anche il ”rapinatore Puffo” che a Milano, pistola alla mano, chiedeva solo confezioni di Viagra per rivendere le pasticche, insieme all’ecstasy, nelle discoteche. Anche ”Bonnie e Clyde” dello sciroppo che, in Lombardia, avevano il vizio della rapina in coppia. Armati di pistola giocattolo, minacciavano i titolari e svuotavano le casse. Ma, a metà febbraio, qualcosa è andato storto per loro e sono stati arrestati dai carabinieri di Legnano. Colpi sicuri quelli di questi banditi seriali. Anche se ormai la maggior parte toglie l’incasso a più riprese durante la giornata perché la sera è sempre un pericolo. Solo nel Lazio, nel 2009, quasi 500 aggressioni. La micro-criminalità ha spostato i suoi interessi: meno banche, più farmacie. Ormai l’eldorado per chi ha bisogno anche di poco. Ma, per quel poco, è disposto a tutto: un manganello sulla testa di un paio di clienti per trecento euro, una pistola alla tempia per arraffare l’arraffabile. Il rapinatore ha cambiato genere perché la liquidità di una volta, in banca, non c’è più. I movimenti on line e le carte le hanno rese meno appetibili. Ecco perché Federfarma, che riunisce i titolari di 16mila farmacie, ha deciso di aderire all’Osservatorio intersettoriale sulla criminalità predatoria, in centro ricerca dell’Associazione bancaria italiana sulla sicurezza anticrimine. Dell’Osservatorio fanno parte anche Poste italiane, Federdistribuzione, Confcommercio, Federazione italiana tabaccai e Assovalori. Tutti i posti in cui circola la moneta. Con il tempo, conferma l’Abi, la minore attrattività economica delle banche ha reso molto più ”appetibile” le casse delle farmacie. Si riduce la percentuale di rapine commesse da gruppi di tre o più persone e cresce quella degli assalti-lampo. Ed è per questo che oggi si punta sulla ”moneta elettronica”, quindi bancomat e carte di credito. Ma non è certo una strada così facilmente percorribile dal momento che, tra i clienti, soprattutto tra gli anziani, c’è una forte resistenza ad abbandonare il contante. «Abbiamo deciso di avviare un’indagine a livello nazionale - spiegano a Federfarma - perché dobbiamo capire qual è la situazione a livello nazionale. In molte zone le farmacie sono diventate dei veri e propri bancomat dei tossicodipendenti». A Milano, dove si conta una rapina al giorno, è stata fatta un’inchiesta pilota: nell’ultimo anno le banche rapinate sono state 344 e le farmacie 359. Sono stati messi a confronto anche cento punti operativi di banche e farmacie. Ebbene, la percentuale dei punti rapinati tra gli istituti di credito è risultata, in tutta la provincia, dell13,4% mentre tra le farmacie la percentuale è del 35,7%. «E’ essenziale ricordarsi - spiegano all’Ordine dei farmacisti di Modena che ha messo a punto un manuale antirapina - che i malviventi vivono una fortissima tensione e che occorre evitare reazioni violente rivolte al personale e ai clienti. Tranquillizzare tutti e registrare nella memoria le caratteristiche somatiche dei banditi. Dal modo di vestire alla lingua per portare alla loro identificazione. Diminuire l’importo accessibile e rendere palesi le difese come le video camere». Che permettono, nella maggior parte dei casi, a far arrestare i rapinatori-lampo. Il tempo medio di un’aggressione: in media 45 secondi.