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 2010  maggio 24 Lunedì calendario

TALEB «PREPARATEVI, GLI CHOC SONO IN AGGUATO»

Due anni dopo lo scoppio della crisi, il sistema finanziario è ancor più fragile di prima. C’è da aspettarsi un nuovo, grave choc, che scatenerà un periodo di iperinflazione. Unica difesa per i risparmiatori: stare alla larga dai titoli di Stato di medio-lungo termine e dalla Borsa, fidarsi solo di beni «solidi» come i metalli o la terra per usi agricoli.
Lo scenario lo disegna Nassim Taleb, l’ex trader ora filosofo, autore del bestseller «Il cigno nero» – edito in Italia dal Saggiatore – di cui è appena uscita in America la seconda edizione con l’aggiunta di 100 pagine su «Robustezza e fragilità», che in Italia sarà pubblicata quest’autunno come libro a sé con il titolo «Riflessioni filosofiche sul cigno nero».
 sia un’analisi generale dei sistemi complessi, compresa la natura, sia un bilancio della crisi finanziaria, anticipata da Taleb proprio nel « Cigno nero » (2007), che metteva in guardia contro le banche « troppo grandi per fallire» e basate su modelli di gestione del rischio sbagliati. Taleb ne ha parlato con
CorrierEconomia a New York, prima di volare a Londra per incontrare il nuovo premier David Cameron, di cui si definisce il «guru»: « l’unico leader al mondo che ha capito le radici della crisi e che cosa bisognerebbe fare per risolverla, a differenza del presidente Barack Obama – spiega Taleb ”. Ci eravamo incontrati prima delle elezioni ed intesi su una sorta di pensiero conservatore scettico-empirico. Ora parleremo del suo programma di governo, anche se non so se riuscirà ad attuarlo. La ricetta per uscire dai guai attuali, una montagna di migliaia di miliardi di dollari di debiti nel mondo, è sangue-sudore-lacrime, ma nessun politico la vuole attuare nel proprio Paese».
Lei è anche consulente e investitore di Universa, un hedge fund americano che, secondo il Wall Street Journal, facendo una grossa scommessa sul ribasso di Borsa ha scatenato il crollo di Wall Street dello scorso 6 maggio. vero?
«Oggi faccio il professore, insegno Ingegneria del rischio al Polytechnic Institute della New York University. Non gestisco Universa, che opera dalla California: me ne occupo solo una volta alla settimana, da New York, analizzandone il livello di rischio. Non seguo il suo trading quotidiano e ciò che è successo quel giorno non è rilevante. Quando crolla un ponte, non si va a vedere l’ultimo camion passato sopra, ma si cerca l’ingegnere che l’ha progettato».
Ma il panico sui mercati…
«Non è niente rispetto a quello che succederà fra poco: stiamo per vivere il peggior periodo nella storia dell’economia dell’ultimo secolo, peggio della Grande Depressione. Abbiamo molti più debiti di allora, frutto di un’epoca di irresponsabilità. E non possiamo continuare a trasferire i nostri obblighi sulle spalle delle future generazioni».
Non abbiamo imparato nulla dalla recente crisi finanziaria?
«No, il sistema oggi è ancor più fragile del 2008. Lo spiego nella nuova sezione del libro sulla fragilità creata dai modelli di gestione del rischio delle banche, che continuano ad ignorare la possibilità di eventi straordinari e imprevedibili – i "cigni neri" – e credono invece nel ripetersi degli eventi più frequenti e comuni del passato. Con questi modelli le banche sono convinte di seguire una politica prudente e invece sono sedute su bombe ad orologeria, esposte a crac ciclici: il collasso delle casse di risparmio di inizio anni ’90, i mutui subprime nel 2007-2008».
Gli interventi dei governi, e le proposte ora di riforme del sistema finanziario, non stanno migliorando la situazione?
«No, hanno anzi peggiorato i problemi alla radice della crisi: hanno aumentato i rischi nascosti nella forma di debiti e incentivato il moral hazard (l’atteggiamento di prendere troppi rischi scommettendo di non dover pagare le eventuali perdite, ndr). E i pacchetti di stimolo si basano su proiezioni economiche inaffidabili, perché con la globalizzazione e Internet il mondo è sempre più interconnesso e imprevedibile».
Chi sta peggio, fra Europa e Stati Uniti? E come evolverà il rapporto euro-dollaro?
«Euro e dollaro sono entrambe valute spazzatura. L’Europa ha ancor più debiti degli Usa, sia pubblici sia privati. Se ne può uscire solo rompendo molte uova. Vanno eliminati 60-70 mila miliardi di dollari di debiti complessivi».
Come?
«Ci sarà uno choc, un Cigno Nero: una cattiva asta di titoli pubblici del Tesoro americano, che gli investitori smetteranno di comprare. Allora le banche centrali cominceranno a stampare moneta per finanziare il debito pubblico e si accenderà l’iperinflazione, distruggendo il valore di molti beni, oltre a ridurre il peso dei debiti».
Che consigli dà ai risparmiatori per prepararsi a un simile scenario?
«Non investire in titoli di Stato di medio-lungo termine, che con l’inflazione si svalutano. Stare alla larga dalla Borsa, che con gli alti tassi di interesse andrà male, dopo aver già bruciato le pensioni di chi ci aveva creduto negli ultimi dieci anni. Forse ci si può rifugiare in qualche bene reale: non gli immobili, ma la terra agricola e un paniere di metalli».
Maria Teresa Cometto