ANTONIO GNOLI, la Repubblica 22/5/2010, 22 maggio 2010
L´ITALIA INCANTATA E SENZA MAGIA
L´avevamo conosciuta e amata come La montagna incantata, "Der Zauberberg" nel titolo originale che Thomas Mann diede al suo capolavoro del 1924. Nella nuova traduzione, curata dalla bravissima Renata Colorni e che uscirà in autunno, il romanzo si chiamerà La montagna magica. Non è solo un dettaglio. I titoli a volte riflettono scelte più profonde. Le traduzioni di Bice Giachetti-Sorteni e, successivamente, quella di Ervino Pocar rischiavano di dare alla parola "incantata" il senso di un ambiente sospeso e ipnotico. Dal quale ci si può solo ridestare. Mentre "magica" è una presenza attiva, condizionante, ancorché misteriosa. Dopo gli accadimenti di Tamino e Pamina avreste tradotto Die Zauberflöte con "Il flauto incantato"? E se Praga magica Ripellino l´avesse intitolata "Praga incantata" non pensate che sarebbe stata una guida per turisti più che un monumento alla cultura di quella città? Non è indifferente l´uso di due aggettivi così prossimi. L´Italia fu a detta di Goethe magica per quello che espresse e conservò nei secoli. Anche Freud ne colse l´effetto straordinario. Oggi il paese non è più magico, ma incantato come i castelli stregati delle favole. Ci vive gente dormiente che attende di essere risvegliata.