Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  maggio 22 Sabato calendario

L´ITALIA INCANTATA E SENZA MAGIA

L´avevamo conosciuta e amata come La montagna incantata, "Der Zauberberg" nel titolo originale che Thomas Mann diede al suo capolavoro del 1924. Nella nuova traduzione, curata dalla bravissima Renata Colorni e che uscirà in autunno, il romanzo si chiamerà La montagna magica. Non è solo un dettaglio. I titoli a volte riflettono scelte più profonde. Le traduzioni di Bice Giachetti-Sorteni e, successivamente, quella di Ervino Pocar rischiavano di dare alla parola "incantata" il senso di un ambiente sospeso e ipnotico. Dal quale ci si può solo ridestare. Mentre "magica" è una presenza attiva, condizionante, ancorché misteriosa. Dopo gli accadimenti di Tamino e Pamina avreste tradotto Die Zauberflöte con "Il flauto incantato"? E se Praga magica Ripellino l´avesse intitolata "Praga incantata" non pensate che sarebbe stata una guida per turisti più che un monumento alla cultura di quella città? Non è indifferente l´uso di due aggettivi così prossimi. L´Italia fu a detta di Goethe magica per quello che espresse e conservò nei secoli. Anche Freud ne colse l´effetto straordinario. Oggi il paese non è più magico, ma incantato come i castelli stregati delle favole. Ci vive gente dormiente che attende di essere risvegliata.