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 2010  maggio 23 Domenica calendario

45 anni dopo Il Mago e Mou somiglianze da brividi - Oggi che questa Coppa è dell’Inter è curioso ricordare che nacque quasi grazie al Milan

45 anni dopo Il Mago e Mou somiglianze da brividi - Oggi che questa Coppa è dell’Inter è curioso ricordare che nacque quasi grazie al Milan. Erano gli anni Cinquanta, il calcio stava aiutando molto le nazioni a uscire dal dopoguerra. I campionati riempivano gli stadi e i Mondiali stavano per tornare in Europa, nella Svizzera del ”54. Tutto cominciò in Francia, come spesso nel continente per molte altre cose. Il giornale sportivo parigino, L’quipe, dette il via a una discussione molto accesa su chi fosse la squadra più forte d’Europa. Gabriel Hanot, redattore del l’quipe pieno di fantasia e di verve polemica, si era seccato dell’arroganza inglese. Il Wolverhampton, campione nazionale, era infatti venuto in quelle settimane nel continente dando buone lezioni di calcio. Gli inglesi fino a quel tempo avevano rinunciato a qualunque torneo internazionale per quella che consideravano una loro manifesta superiorità. Venendo in Europ-Europa e vincendo, ebbero gioco facile a dire che eerano ancora i più forti del continente. HanHanot non accettò mai il concetto come un dato acquisito. Aprì una discussione che fu momolto seguita. Al Wolverhampton venivano acaccostate altre tre squadre: Il Real di Di SStefano, la Hovend di Puskas e il Milan di Nordhal-Schiaffino. Vinca il Wolverhampton contro queste squadre e poi potrà dire di essere la più forte d’Europa. A questo esatto proposito tirò fuori un suo vecchio progetto che risaliva a vent’anni prima e convinse il suo giornale a seguirlo: un campionato dei campioni d’Europa. Naturalmente L’Uefa, che già esisteva, non appoggiò il progetto. Aveva paura uccidesse i campionati nazionali. Ma il progetto era giusto, camminò da solo a grande velocità finchè la Federazione mondiale (Fifa) costrinse quella europea a organizzarlo. Non fu subito la Coppa dei migliori. Ogni federazione poteva scegliere chi iscrivere. Solo sette iscrissero le squadre che avevano vinto i loro campionati in quello stesso anno. La vinse subito il Real. La prima finalista italiana fu la Fiorentina, poi il Milan. Ora tutto qquesto riposa nella bacheca dell’Inter. La Champions, molto più dei Mondiali, segna il passaggio del tempo. la Champions-Campioni che ha fatto la storia della tattica, la scienza del calcio. Il Mondiale è stato sempre il fortunato padre di tutti gli episodi, la vittoria di un movimento e di un gruppo, non l’evoluzione del gioco. Quando l’Inter vinse 45 anni fa, Herrera chiuse la fase epica del calcio all’italiana dando nobiltà scientifica a un calcio nato per i meno forti nelle provincie più lontane. Il gioco di Herrera fu cancellato dall’arrivo della tempesta olandese. Rinus Michels inventò qualcosa di sconosciuto contro cui era impossibile andare. Il calcio olandese era invincibile perché non comprensibile. Era tutto quello che noi non eravamo mai stati e non volevamo essere. Era l’altra metà della Luna. Furono proprio i tedeschi del Bayern, quelli di Beckenbauer, Gerd Müller, Hoeness a trovare l’antidoto. Palla indietro e palla avanti. La palla indietro per far venire avanti la linea olandese, e palla avanti per andargli oltre senza cadere in fuorigioco. I tedeschi batterono l’Olanda in finale ai campionati del mondo del ”74 e vinsero ero anche con il Bayern Monaco tre Coppe pe consecutive. Il mondo andava avanti, si i rimetteva in cammino, superava gli olandesi. Sono passati molti anni da allora, ci sono state molte Inter. giusto abbia vinto quella che più ha reso nuova l’anima della vecchia Inter di Herrera. Sono infiniti i contatti, quasi inimmaginabili. Le storie intime, private di Herrera e Mourinho hanno somiglianze che mettono brividi. E la modernità delle loro squadre parte dallo stesso senso pigro di ”già visto” che porta diritto al senso vero del calcio. Sembrano invenzioni normali, in realtà sono universali. E hanno un problema, non sono replicabili perché dipendono dal loro autore. Da sempre questa Coppa porta una firma. Quando tocca all’Inter la firma non è mai di un giocatore. Ne sono passati decine, tutti i migliori. Ma la firma è del tecnico. Dalla Coppa di Herrera siamo alla Champions di Mourinho. passato tanto calcio, ma è sempre di più quello inventato dall’Inter per questa ta Coppa che adesso chiude tutto dentro. . Anche noi